Gli appelli all’unità tra cittadini e istituzioni e tra le forze politiche sono arrivati da più parti, fino all’ultimo rivolto ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Prendendo spunto dall’anniversario delle Fosse Ardeatine, il capo dello Stato aveva invitato i partiti a collaborare, come avvenne “nell’immediato dopoguerra” per favorire una “rinascita morale, civile, economica e sociale della nostra nazione”.
L’appello di Mattarella sembra però destinato a cadere nel vuoto stando alle ultime prese di posizione tanto delle forze di opposizione, quanto di parte della maggioranza di governo. Il leader della Lega Matteo Salvini continua il pressing, chiedendo di apportare “miglioramenti al decreto Cura Italia, che lascia scoperto tutto il mondo del lavoro precario, delle cooperative e settori come la moda, il tessile e la calzatura”. “Noi di proposte ne abbiamo fatte – prosegue il segretario del Carroccio – il problema è che il ministro dell’Economia (Roberto Gualtieri, ndr) ci ha detto che al Cura Italia non possono essere aggiunti altri soldi” e che “quindi tutti i suggerimenti provenienti da imprenditori, commercianti e agricoltori rimangono in sospeso”.
L’ex ministro dell’Interno chiede che vengano messe in campo tutte le risorse necessarie per evitare uno scontro sociale: “Servono cento miliardi? Mettiamo cento miliardi. I cittadini, che si stanno comportando in maniera eccezionale, hanno bisogno che i soldi promessi arrivino subito, non tra due mesi”. Nel sostenere la linea della spesa ‘quasi senza limiti’, Salvini non manca di rinnovare la diffidenza nei confronti delle istituzioni europee: “L’Unione si è mossa tardi e sulle sue lacune ho più certezze di prima. Dopo un mese hanno fatto sapere che non c’è più il patto di stabilità e che la Bce investirà mille miliardi. Non si capisce quindi perché i soldi ci siano in Germania, in Francia e in Spagna mentre noi siamo quelli che devono risparmiare”, ha sottolineato Salvini.
Più morbida la linea di Fratelli d’Italia, la cui leader Giorgia Meloni ha respinto l’idea di un “governissimo”, chiesto l’istituzione di “un luogo di confronto permanente, che può essere solo il Parlamento” e auspicato, una volta terminata l’emergenza, “il superamento di questa melassa” e il ritorno “alle diverse visioni da illustrare ai cittadini affinché possano scegliere a chi dare un mandato di governo che duri cinque anni”.
Da Forza Italia sono arrivati inviti a sostenere gli imprenditori “rimasti fuori dai benefici concessi dal governo”, come sottolinea il numero due azzurro Antonio Tajani: “La categoria subisce il danno generato da questa emergenza senza essere difesa dallo Stato” ha rimarcato il vicepresidente forzista.
Critiche all’operato del governo e alla strategia comunicativa adottata finora dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sono state mosse anche da esponenti della maggioranza. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha stigmatizzato l’approccio mediatico di Conte definendolo più adatto “al Grande Fratello che a una situazione come questa” e ha definito necessario “raggiungere un equilibrio tra salute e lavoro”: “Non voglio morire di Covid-19 ma neanche di fame”, ha sintetizzato Renzi, se “cassiere, medici, infermieri e carabinieri stanno operando” vuol dire che “salute e lavoro non sono inconciliabili”.