Il percorso di formazione delle leggi in Italia è lungo e complesso. Inizia e si sviluppa in Parlamento fino all’approvazione di Camera e Senato, ma prosegue poi fino alla piena applicazione delle norme. Questa seconda fase, in particolare, spesso poco conosciuta ma fondamentale, è stata messa in rilievo da un recente inchiesta pubblicata da Openpolis, ed è stata definita come il “secondo tempo” delle leggi.
Dopo l’attività dei parlamentari e del Governo, infatti, capita molto spesso che l’iter di una legge prosegua coinvolgendo anche soggetti extra-parlamentari e ministeriali che, attraverso percorsi pratici, burocratici e tecnici, adottano i provvedimenti attuativi necessari. Prendendo in esame soprattutto i tre esecutivi guidati da Monti, Letta e Renzi, il mini-dossier di Openpolis ha rilevato come siano stati prodotti ben 2.060 decreti attuativi, anche se questo dato, all’interno del totale delle leggi discusse ed emanata nel nostro Paese in questi anni, rappresenta il 28,61%.
Dal 28 aprile 2013 ad oggi, ovvero da quando è in corso la XVII legislatura, delle 282 leggi approvate, sia ordinarie che conversioni di decreti legge, ben 74 hanno richiesto un ulteriore lavoro, per un totale di 1.051 provvedimenti attuativi. Una mole di atti che una volta fuori dal parlamento è ricaduta sui diversi ministeri competenti, soprattutto quelli riguardanti la finanza, lo sviluppo economico, il lavoro e le politiche sociali, le infrastrutture e i trasporti e la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tutti questi soggetti extra-parlamentari, a loro volta, hanno dovuto poi produrre ulteriori atti, indispensabili per completare le leggi stesse, come decreti ministeriali, provvedimenti direttoriali, linee guida, documenti di programmazione.
Il dato però più allarmante fornito dal lavoro di Openpolis è quello sulle leggi che, nonostante siano state rinviate con almeno un decreto attuativo, risultano ancora incomplete: sono ben il 65%. In particolare, le leggi approvate ma non complete sono soprattutto quelle che mettono insieme argomenti anche molto diversi tra loro. Tra tutte spiccano le leggi di stabilità da approvare alla fine di ogni anno, che hanno richiesto – le ultime cinque – un totale di 425 provvedimenti attuativi, per un lavoro lungo e complesso che ha poi coinvolto almeno una dozzina di soggetti esterni al Parlamento, non solo ministeri ma anche agenzie pubbliche.