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HomeSport Le ex “Farfalle” chiedono la riapertura del caso sugli abusi psicologici

Le ex Farfalle non mollano
"Riaprire il caso sugli abusi
meritiamo giustizia"

La richiesta contro l'archiviazione

"Mancata terzietà e imparzialità"

di Iris Venuto26 Novembre 2024
26 Novembre 2024
caso farfalle

Emanuela Maccarani, allenatrice italiana di ginnastica e commissario tecnico della squadra nazionale italiana di ginnastica | Foto Ansa

ROMA – Non si arrendono le ex “Farfalle” Anna Basta e Nina Corradini, che chiedono la riapertura delle indagini sul caso degli abusi psicologici. Insieme all’Associazione Change The Game, hanno presentato una segnalazione alla Procura Generale del Coni, alla Commissione Federale di Garanzia della Federginnastica e alla Procura Federale della Federginnastica. La richiesta contesta la decisione di archiviare l’inchiesta che ha coinvolto le allenatrici Emanuela Maccarani – anche direttrice tecnica dell’Accademia di Desio – e la sua assistente Olga Tishina. 

Le contestazioni per l’archiviazione

La perseveranza di Basta e Corradini potrebbero innescare la più rilevante e documentata opposizione alla giustizia sportiva italiana. Il procedimento penale si era concluso nell’agosto scorso con una richiesta di archiviazione presentata dalla procura di Monza. Mentre la giustizia federale aveva liquidato il caso con un’ammonizione per Maccarani. Secondo i legali delle due atlete la procura presenta novità decisive per un’eventuale riapertura delle indagini. Le due atlete accusano Maccarani, il presidente di Federginnastica Gherardo Tecchi e il procuratore federale Rossetti di “mancanza di terzietà, imparzialità e rispetto della segretezza”.  “La giustizia ci è stata rubata fin dall’inizio – afferma Basta -. Parliamo di un sistema che ha ignorato centinaia di voci, dandoci delle imbroglione, quando bastava semplicemente prestare attenzione, fare un po’ di silenzio, e ascoltare”. Corradini inoltre precisa che le loro rivendicazioni non sono finalizzate ad una ricerca di visibilità, ma “è nostra responsabilità e responsabilità di tutti, far sì che questo non accada più e che lo sport torni ad essere motivo solo di gioia e adrenalina”, precisa l’atleta.

Le presunte violenze psicologiche

L’inchiesta riguardava presunti atti di bullismo e violenze verbali che le due ginnaste avrebbero subito dall’allenatrice e dal suo staff all’Accademia internazionale di ginnastica ritmica. La decisione arriva proprio nella giornata della violenza sulle donne, il 25 novembre. Una scelta significativa per rimarcare le diverse sfumature con le quali gli abusi possono manifestarsi e la necessità di persistere nella rivendicazione dei propri diritti. 

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