Come aggirare il solito problema delle banche che non fanno credito per aprire un’impresa? Basta rivolgersi ad un venture capitalist (si tratta di privati che mettono capitali per finanziare nuove idee) della Silicon Valley. La cosa sembra complicata, ma è molto più semplice di quello che sembra.
I primi passi per ottenere i soldi. Per prima cosa, bisogna scrivere un business plan, documento che sintetizza i contenuti e le caratteristiche del progetto imprenditoriale, (redigerlo non è complicato, su internet ci sono molte guide che spiegano facilmente le procedure) e poi farti presentare ad uno di questi finanziatori da una persona che li conosce. Anche per questo secondo passaggio la strada è spianata: sul sito www.lorenzoait.com (di un imprenditore italiano che presenta i potenziali imprenditori ai ventures capitalist) c’è una sezione per presentare se stessi e il proprio business plan.
Il progetto deve essere ambizioso, come afferma lo stesso Lorenzo Ait “non vai da un venture capitalist per chiedere un milione di dollari: se non ne chiedi almeno dieci non ti prendono nemmeno in considerazione”.
Questi progetti riguardano in generale l’alta tecnologia.
I finanziatori non vogliono tassi d’interesse. Il rischio è tutto del venture capitalist, se l’impresa fallisce, ci rimette i soldi. Questo significa che sono richieste specifiche garanzie: il VC vuole essere pagato per primo e vogliono quote rilevanti della società, che deve avere la sede entro le ottanta miglia della Silicon Valley.
“Questo modello di business – prosegue Ait – è lo stesso di Larry Page e Sergey Brin ( i fondatori di Google). Hanno trovato un finanziatore ( non si sono rivolti a istituti di credito) e la loro idea è partita. Adesso hanno una liquidità di cassa superiore a piccole nazioni e squadre di cento ingegneri l’una che spesso lavorano allo stesso progetto senza saperlo”.
Alessio Perigli
