La squadra della Lazio è sotto indagine per non aver dichiarato la positività di alcuni giocatori al Covid-19. La vicenda era iniziata lo scorso 27 ottobre, con la positività – e lo stop – di Ciro Immobile prima della trasferta a Bruges.
Oggi si terrà l’audizione – più volte rimandata – del medico Ivo Pulcini, responsabile della sanità della squadra. Freme Giuseppe Chinè, magistrato del consiglio di Stato alla guida della Procura Figc: le dichiarazioni di Pulcini potrebbero rivelare importanti risvolti sulla violazione del protocollo stilato dalla Figc con l’approvazione del Cts.
È infatti compito del medico sociale comunicare le informazioni su eventuali positivi alla Asl, così come la mappatura dei contatti stretti dei giocatori contagiati. Questa comunicazione sarebbe stata eseguita solo dopo il riscontro di altri due giocatori positivi, Lucas Leiva e Thomas Strakosha.
Si evince quindi un primo fondamentale filone dell’indagine: il mancato – o tardivo – avviso alla Asl dei tre contagi. Il secondo fronte su cui si sta indagando riguarda la credibilità degli esiti dei tamponi effettuati sui giocatori; clamoroso il caso di Immobile e la “tarantella” sui risultati dei propri accertamenti: prima positivo, poi negativo per ben due volte, di nuovo positivo, quindi “debolmente positivo”, e infine – incredibile – positivo e negativo nello stesso giorno.
È su questa curiosa eterogeneità di responsi che sta indagando la Procura federale. Si ipotizza l’analisi da parte di due differenti poli, il laboratorio ‘Futura Diagnostica’ di Avellino e quello della Uefa. Quindi, per evitare queste difformità, si fa strada l’ipotesi di un laboratorio unico per tutta la Serie A.