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HomeSport L’avvocato degli ultras: “Violenze in calo, ma i social le amplificano”

Ultras, violenze in netto calo
ma i social ingigantiscono
No a repressione generalizzata

Lorenzo Contucci, avvocato degli ultras

“Serve una riforma sul Daspo”

di Sofia Silveri30 Gennaio 2025
30 Gennaio 2025

Lorenzo Contucci, avvocato penalista

Lorenzo Contucci, avvocato penalista, da anni difende in giudizio gli ultras. Sul tifo organizzato si abbattono spesso norme repressive, come denunciato dal legale a Lumsanews.

Avvocato Contucci, esistono responsabilità interne ai gruppi ultras quando si verificano episodi di violenza o disordini? 

“La risposta è semplice. Un gruppo ultras è come un partito politico: se uno ruba non è che tutti rubano, la responsabilità è la sua”. 

Come funzionano i rapporti all’interno di un gruppo ultras?

“Dentro al gruppo viene condannata soltanto la violenza ai danni di persone non appartenenti al mondo ultras. Se un gruppo viene aggredito da ultras rivali, non si critica chi reagisce e accetta lo scontro. Nella loro ottica è disonorevole la fuga, proprio come avviene in guerra”.

Gli episodi di violenza sono in aumento o in calo negli ultimi anni?

“Rispetto agli anni Ottanta, Novanta e anche Duemila, gli episodi di violenza sono sicuramente in calo. Per via dei social, però, sono più enfatizzati. Se leggiamo le cronache della prima metà del Novecento, ma anche quelle degli anni Settanta – spesso relegate in piccoli trafiletti – si trovano violenze inaudite, impensabili al giorno d’oggi. Se ne parlava meno per la minor diffusione delle notizie. Oggi la violenza è ai minimi storici, ma un minimo episodio rimbalza istantaneamente in tutto il mondo grazie ai social”.

Chi fornisce i dati sulle violenze?

“I dati effettivi li fornisce, non sempre in modo del tutto trasparente, il ministero dell’Interno, che però li parametra all’anno precedente. Più corretto sarebbe fare una verifica sui venti anni precedenti”.

Che rapporto hanno gli ultras con istituzioni e forze dell’ordine?

“Il rapporto tra tifoserie organizzate e forze dell’ordine è ‘smussato’ dallo Slo, il Supporters liaison officer, una figura che media tra le parti, visto che i tifosi non intendono avere rapporti con le forze dell’ordine. Per le istituzioni, spesso, le tifoserie organizzate sono il ‘folk devil’, un diavolo popolare con cui non interagire. Lo Stato dovrebbe capire cosa è pericoloso in uno stadio e cosa non lo è: la repressione tout court favorisce solamente il contrasto tra le parti. Per fortuna esistono anche questori di buon senso che sul campo fanno questo tipo di valutazione”.

Se potesse modificare una legge o una normativa specifica legata a questo ambiente, quale sarebbe e perché?

“Gli articoli 6 e seguenti della legge 401/89, quella sul Daspo. Personalmente darei il potere di diffidare un soggetto a un giudice e non a un questore. Il primo è imparziale, il secondo no. Del resto, in Inghilterra funziona così. Poi modificherei una gran parte della norma sull’utilizzo folkloristico di artifizi pirotecnici, prevedendo una sanzione amministrativa, anziché la denuncia penale”. 

Le istituzioni ascoltano le sue proposte sul tema? 

“Quando sono stato ascoltato nel ruolo di esperto alla Commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati  ne ho illustrate e spiegate molte altre, ma ne è stata recepita solamente una”.

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