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Boldrini presenta il suo saggio. Sui migranti: «Non sono una minaccia»

di Samantha De Martin15 Aprile 2015
15 Aprile 2015

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«L’emigrazione rappresenta “il volto umano della globalizzazione” e non costituisce una minaccia, ma piuttosto un fatto strutturale della società. I disperati che arrivano in Italia sono vittime dei regimi e non hanno scelta. Non possiamo confondere queste persone, con una loro storia, una loro identità, con coloro che vengono da noi per minacciarci». Così Laura Boldrini si è espressa, durante la presentazione del suo nuovo saggio, in merito all’emergenza sbarchi, alla vigilia del naufragio nel quale sono morte quasi 400 persone al largo delle coste libiche. La presidente della Camera, in risposta ad uno scatenato Matteo Salvini – che ha criticato la circolare del Viminale che chiede ai prefetti di predisporre posti letto per i profughi negli alberghi – ha definito «terrificante e gravissimo» l’atteggiamento di chi specula sugli immigrati in fuga dalle guerre.

Dell’emergenza sbarchi Laura Boldrini ha parlato ieri, nella sala della Camera di Commercio del Tempio di Adriano, nel corso della presentazione del suo ultimo libro, “Lo sguardo lontano”, insieme con Eugenio Scalfari e il padre missionario Giulio Albanese, davanti a un’illustre platea di ospiti (erano presenti i vicepresidenti della Camera dei deputati, Baldelli e Sereni, e gli ex predecessori Pierferdinando Casini e Luciano Violante), omaggiata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Uno strumento per dar voce a tutti coloro che vivono dietro l’ombra delle ingiustizie, un tentativo di dare centralità alle istanze delle persone, alle loro storie, alle denunce e frustrazioni dei tanti cittadini che, ogni giorno, sperimentano l’umiliazione delle disuguaglianze e avvertono una sempre più profonda disaffezione dalla politica, percepita, talvolta, come troppo timida e remissiva. È questo “Lo sguardo lontano” di Laura Boldrini, il volume, definito dall’autrice “un crocevia della vita”, un monito per i giovani, un invito a esserci, a prendere in mano le sorti di un Paese sempre più scettico nei confronti dei propri rappresentanti politici. Una lungimirante esortazione perché la politica, come recita il sottotitolo del libro, “torni a essere una speranza, un servizio, una passione”.

«Le cose tendono a essere dimenticate troppo facilmente – ha spiegato la presidente della Camera – e questo mio lavoro mi serve per ricordare due anni vissuti intensamente, nel corso dei quali si sono avvicendati tre governi, due elezioni del Presidente della Repubblica, durante i quali si è dibattuto della riforma della Costituzione e della nuova legge elettorale. Con questo ho voluto dare conto dello sforzo realizzato per far ricredere l’opinione pubblica». “Lo sguardo lontano” è una sorta di consuntivo che la terza carica dello Stato, a metà del proprio mandato, ha voluto offrire ai lettori, ma ancor più un manifesto “progressista di sinistra”, nel quale la parola “utopia” ricorre spesso. Un’utopia che è piuttosto, come ha chiarito Giulio Albanese, una sorta di “azzardo” che si alterna all’esigenza “di guardare oltre la linea dell’orizzonte” soprattutto quando si parla dell’emergenza emigrazione. «Non possiamo continuare a descrivere gli sbarchi senza spiegare cosa succede in questi Paesi» ha ribadito Albanese facendo eco a Scalfari che ha tuonato contro quei gruppi politici che «pretendono di salvare i migranti per portarli, poi, verso quello stesso inferno dal quale sono partiti».

Samantha De Martin

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