Hanno applaudito per oltre 10 minuti gli under 30 che hanno visto in anteprima l’Attila di Verdi, che il prossimo 7 dicembre inaugurerà la stagione lirica della Scala. La regia di Davide Livermore, la direzione di Riccardo Chailly e l’impeccabile scenografia hanno colpito nel segno, scatenando reazioni positivissime tra i presenti.
L’opera è stata decontestualizzata; Livermore ha deciso di non specificare il tempo dell’azione, che si colloca tra gli orrori di una terra d’occupazione del secolo scorso, e ha puntato soprattutto a mettere in luce la psicologia dei personaggi principali. “Trovo che la decontestualizzazione sia una scelta molto attuale”, ha detto Marianna, ventiseienne per la prima volta al Piermarini, “il gioco di Verdi era proprio quello di spostare tempi e dinamiche che si riconoscono come nell’oggi e qui ci sono dinamiche politiche e storiche che vediamo ogni giorno: pensiamo ai profughi, alle città distrutte o al continuo scontro politico”.
Ma la scelta di una rivisitazione in chiave moderna e l’inserimento della tecnologia a teatro, con video sullo sfondo a led – prima volta in un teatro dell’opera in Italia –, non è piaciuta proprio a tutti. “Mi reputo un conservatore e ho trovato questa rivisitazione un po’ troppo moderna e le scenografie a tratti eccessive”, ha dichiarato Marco, studente ventiquattrenne e appassionato di lirica.
Anche quest’anno, fondamentale per richiamare l’attenzione dei giovani alla divulgazione della musica classica, è stato l’impegno di Intesa Sanpaolo, socio fondatore sostenitore della Fondazione Teatro alla Scala. Fin dal 2005 la Banca sostiene Scala Under30, il progetto che prevede spettacoli e agevolazioni per ragazzi tra i 6 e i 30 anni e in particolare porta duemila giovani ad assistere alle due anteprime che inaugurano la Stagione d’Opera e di Balletto del Teatro.