“Proseguire su un percorso di miglioramento strutturale del rapporto Fisco-contribuente, per superare quella ben nota dimensione antagonistica che non crea vincitori ma solo vinti, e toglie energie al Paese”. Così Emanuele Orsini, vicepresidente di Confindustria per il Credito, la Finanza e il Fisco, è intervenuto questa mattina in audizione presso le Commissioni riunite Finanze di Camera e Senato sulla riforma dell’Imposta sul reddito delle persone fisiche. Nella sua relazione sulla riforma del fisco, ha ribadito che “sono meglio pochi grandi incentivi e una tassazione bassa, piuttosto che una giungla di bonus minuscoli o per pochi eletti” e ha chiesto una “una revisione coraggiosa e puntuale sulla base di dati ed evidenze oggettive delle agevolazioni fiscali”.
In merito all’Irpef spiega che “sembra uscita dal bisturi del Dr. Frankenstein: tenuta solo dal filo ideale di tassare il reddito personale”. Secondo Confindustria, infatti, necessità primaria è il riassetto della progressività dell’Irpef, grazie all’alleggerimento della pressione fiscale sui redditi medi.
Riguardo l’imposta patrimoniale poi, il vicepresidente ha dichiarato che “il tema non è se introdurne una, ma come riorganizzare le 17 che abbiamo già”, dato che “gran parte del dibattito ad essa collegato si concentra intorno agli immobili residenziali e alla prima casa. Un nuovo intervento in tale ambito sarebbe condizionato da vincoli oggettivi e di opportunità, e richiede cautela, trovandoci ora nel pieno di una crisi economica e sociale.”
Infine, duro il commento nei confronti dell’Irap, considerata “un’imposta che ha fatto il suo tempo” e che, dopo la cancellazione temporanea dei versamenti del tributo dovuto nel 2020, sarebbe il caso di eliminare del tutto.