Indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Questa l’accusa che pende sull’avvocato Francesco Palumbo, 47 anni, di Latina, che ieri pomeriggio dopo aver sorpreso dei ladri in casa del padre ha afferrato la sua pistola e sparato, uccidendone uno. L’omicidio è avvenuto poco dopo le 17,30 in via Palermo, nella zona nord del centro laziale, nei pressi di un noto centro commerciale che collega il capoluogo al lungomare. A dare l’allarme alcuni residenti. “Ho visto uno dei ladri infilare la mano in tasca e ho avuto paura: preso dal panico, ho sparato molti colpi”. È quanto ha riferito alla polizia l’avvocato, che è rincasato con due caricatori da 13 munizioni e la pistola regolarmente detenuta. Otto, per l’esattezza, i colpi esplosi dal professionista. Due hanno raggiunto il ladro all’emitorace sinistro, uccidendolo. La vittima è Domenico Bardi, 41 anni, di Napoli.
Dopo molte ore trascorse in Questura, ieri sera Palumbo ha raccontato la sua versione dei fatti: un incontro ravvicinato con i ladri che avevano già raggiunto l’abitazione grazie ad una scala di alluminio e poi il panico e la sparatoria nel momento in cui uno dei malviventi aveva una mano in tasca come se dovesse afferrare un’arma. Dall’esame esterno del cadavere è emerso che Bardi è stato ucciso da due colpi di pistola esplosi da una distanza di dieci metri mentre era di spalle, probabilmente perché stava fuggendo. Particolari che complicano la posizione del legale di cui ha già preso le difese la Lega Nord. “L’episodio di Latina è solo l’ultimo di una lunga serie che ci dice che la legittima difesa in casa propria andrebbe sempre garantita”, ha commentato la vicepresidente dei deputati del partito leghista, Barbara Saltamartini. “Se infatti lo Stato non garantisce la sicurezza ai cittadini è giusto che almeno tra le mura di casa propria ci si possa difendere”.
A Latina non mancano peraltro i precedenti. Il caso più eclatante è quello del tabaccaio Davide Mariani, condannato a nove anni e mezzo nel maggio del 2010. Mariani uccise un giovane ladro, mentre stava fuggendo, dopo aver rubato sei stecche di sigarette nel suo negozio di via Fossignano. Il pm aveva chiesto 14 anni per omicidio volontario.