L’arresto di Raffaele Marra, difeso a spada tratta da Virginia Raggi, fa cadere l’ultima trincea intorno alla giunta capitolina. Nonostante il divieto di parlare impartito dai vertici, molti deputati e senatori si sfogano a viso aperto criticando la sindaca di Roma. “Mortificata” si sente la deputata Nesci “perché, all’interno del M5S (non certo io o Beppe Grillo), c’è chi ha tenuto la linea che oggi ha portato a questo epilogo. Mettiamo da parte atteggiamenti e forzature che nulla hanno a che fare con la rivoluzione culturale che stiamo portando avanti”.
Roberta Lombardi che per prima aveva etichettato il braccio destro della sindaca come “un virus che infetta il Movimento” – ciò le era costato un richiamo all’ordine dai vertici M5S via blog con un durissimo post. Oggi cita Martin Luther King per rivendicare le proprie ragioni in merito.
Il senatore Nicola Morra si sfoga: “Occorrerà verificare, ma si parte dal presupposto che se vuoi essere severo con gli altri devi essere inflessibile con te stesso. Noi siamo nati per ripristinare le regole, ora verificheremo, ma se emergeranno quadri politicamente o moralmente scorretti, non potremo certo difendere certe posizioni”.
Adesso si sta decidendo cosa fare. L’arresto di Marra, “è una casa grave, gravissima. Ci riuniamo e tiriamo fuori la linea del gruppo”, dice Roberto Fico prima che venga impartito l’ordine dai vertici via sms di non parlare. La linea che potrebbe vincere è quella delle dimissioni del sindaco, e se ciò non dovesse succedere il ritiro del simbolo M5S.