“Si aggrappano ai barconi per cercare rifugio dai virus, dall’ingiustizia, dalla violenza e dalle guerre” Sono le parole di Papa Francesco scritte in un messaggio in occasione del 40° anniversario dalla fondazione del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS). Proprio ai gesuiti, che si occupano dell’accoglienza dei migranti, Bergoglio lancia il suo appello a non arrendersi di fronte a “nessuna battuta d’arresto o sfida sia personale che istituzionale” che possano minare il loro prezioso operato. Il Papa invita gli stessi a “promuovere la cultura della vicinanza e dell’incontro” difendendo i diritti dei rifugiati.
Un ulteriore pensiero del Papa esprime la sua vicinanza ai “tanti uomini, donne e bambini” che cercano rifugio e assistenza presso il JRS. Al messaggio del Pontefice si aggiunge un commento di Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli – sede del JRS – che ricorda “l’ultima delle vittime della nostra indifferenza”: un bimbo di appena sei mesi morto ieri a bordo della nave Open Arms. Il piccolo era stato tratto in salvo dal naufragio di un gommone con a bordo 120 persone. Necessitava di cure urgenti, ma i soccorsi sono arrivati troppo tardi. Il piccolo Joseph, figlio di una ragazza della Guinea, è morto tra le braccia di un volontario. Con questa drammatica notizia sale a sei il numero delle vittime del naufragio. Intanto sono 263 i migranti ancora a bordo della nave spagnola.
Ricordando il tragico evento, l’appello di Padre Ripamonti si rivolge a “chi ricopre ruoli istituzionali” affinché sia in grado di “garantire il rispetto della dignità e dei diritti di ogni essere umano”.