“Vorrei poter guardare il volto dei poveri senza arrossire, perché finalmente il loro grido è stato affrontato e le loro preoccupazioni affrontate. La mia presenza desidera portare in questa sede i desideri e le necessità della moltitudine di nostri fratelli che soffrono nel mondo”. È l’appello di papa Francesco nel discorso tenuto alla cerimonia di apertura della 42esima sessione del Consiglio dei Governatori del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad).
“La nostra società – ha proseguito il Pontefice – è in grado di far progredire i suoi scopi di bene e, se la si affronta seriamente, anche la battaglia contro fame e miseria”. A questo proposito, ha sottolineato, “il contributo dell’Ifad è essenziale per soddisfare i primi due obiettivi dell’Agenda: lo sradicamento della povertà, la lotta contro la fame e la promozione della sovranità alimentare”. Secondo il Pontefice, “tutto ciò non sarà possibile senza lo sviluppo rurale. Uno sviluppo di cui si parla da molto tempo ma che non arriva a concretizzarsi”.
Al termine del discorso, il Papa ha visitato la sede della Fao, a Roma, dove ha incontrato per una ventina di minuti un gruppo di delegati di 31 popoli indigeni di America, Africa, Asia e delle zone del Pacifico. A ottobre, come annunciato dallo stesso papa Francesco, ci sarà il primo Sinodo speciale per la regione Panamazzonica.
Da sempre il Pontefice sottolinea le potenzialità delle differenti culture presenti in America Latina, stigmatizzando la colonizzazione ideologica che il Sudamerica ha sperimentato contro loro. Il sinodo annunciato non piace però al neopresidente brasiliano, Jair Bolsonaro, che ha più volte espresso ostilità nei confronti dell’iniziativa di papa Francesco.