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HomeCronaca Lap dance e “gratta e vinci”, così i consiglieri calabresi truccavano i rimborsi. Negli ultimi tre anni sparito un milione di euro.

Lap dance e “gratta e vinci”, così i consiglieri calabresi truccavano i rimborsi. Negli ultimi tre anni sparito un milione di euro.

di Carlo Di Foggia04 Aprile 2013
04 Aprile 2013

C’è chi si è fatto rimborsare i viaggi all’estero, le cene al ristorante, l’albergo; chi addirittura caffè e gratta e vinci. Tutto a spese dei contribuenti calabresi. Ben contenti di aver pagato di tutto ai politici regionali. Da diversi giorni gli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria stanno setacciando i conti dei gruppi consiliari alla Regione. E, stando alle indiscrezioni, dentro hanno trovato l’incredibile: caffè, multe, viaggi in località esotiche, hotel e ristoranti. E poi auto di lusso, cellulari, ipad, ricariche del telefono, bollette della tarsu, detersivi, il tagliando della macchina e persino le tasse da versare all’Agenzia delle entrate.

Adesso, l’inchiesta guidata dal pm Matteo Centini è arrivata ad un punto di svolta. Nei giorni scorsi nel registro degli indagati sono finiti quasi tutti i direttori amministrativi dei gruppi di Palazzo Campanella, e con essi dieci consiglieri, con l’accusa di peculato. Avrebbero cioè sottratto soldi pubblici indirizzati ai rimborsi per attività istituzionali. Dovranno dimostrare la provenienza di rimborsi e cifre messe per iscritto ma su fatture che puzzano lontano un miglio. Dai documenti sequestrati a dicembre scorso, quando le fiamme gialle setacciavano i conti dei gruppi anche in Lombardia e Piemonte, sono spuntati rimborsi per serate in locali con ballerine di lap dance, e all’opposto, acquisti in negozi di articoli religiosi. Un consigliere avrebbe infatti acquistato interi mazzi di santini. Costo dell’operazione? Mille e duecento euro.

Tra fedigrafi e timorati di Dio, alla regione Calabria ci si fa pagare di tutto. E il buco nei conti ammonterebbe ad almeno un milione di euro. La truffa, secondo quanto trapela dal palazzo di giustizia, è stata Bipartisan. Soldi entrati e poi spariti nei rendiconti approssimativi presentati dai responsabili amministrativi. Secondo quanto emerso, negli anni che vanno dal 2010 al 2012, dai conti dei gruppi mancherebbero mediamente tra i 40 e 70 mila euro. Sulla base di quanto già in mano agli inquirenti, l’inchiesta si annuncia clamorosa. Sembra ormai inevitabile: in Italia, se si puntano i riflettori sui consigli regionali, scoppia uno scandalo.

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