Italiani sempre più generosi e sistema ancor più efficiente: la formula perfetta che vede il 2016 come l’anno record dei trapianti e delle donazioni. Ad affermarlo è Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti, durante la presentazione dei dati del Report 2016 al Ministero della Salute, a Roma. 1596 donatori per 3736 pazienti trapiantati, fra cui 273 donazioni di rene da vivente e 20 di fegato da vivente.
Uno scarto netto rispetto al 2015 (+7,5%) che vede incrementi tendenzialmente omogenei su tutto il territorio nazionale. La regione più ‘generosa’ si conferma la Toscana, con in generale il nord che supera il sud per donatori pro capite. Al contempo, diminuiscono le resistenze che restano più radicate nel mezzogiorno. Il Cnt si pone proprio come sfida per il 2017 quella di ridurre questo fenomeno, lanciando la campagna “diamo il meglio di noi”, un’iniziativa nata per diffondere la cultura della donazione.
«Nel quadro europeo l’Italia è sicuramente un’eccellenza nel settore trapianti, ma non siamo qui per sbandierare classifiche – ha dichiarato Costa a ‘Quotidiano Sanità’ – il nostro obiettivo è lavorare per migliore ancora di più i risultati straordinari che abbiamo ottenuto nel 2016». Tornano a crescere anche i donatori utilizzati dopo accertamento di morte: i trapianti da cadavere e da vivente: in totale 409 in più rispetto al 2015 (+13%).
Buone notizie anche per le liste d’attesa, di solito molto lunghe e poco snelle. Nel documento si legge addirittura che per la prima volta «la lista del rene e quella del polmone appaiono non solo stabili, ma in diminuzione rispetto all’anno precedente». Al 31 dicembre 2016 sono 8856 i pazienti in lista di attesa, di cui 742 per il cuore, ma si nota che «l’incremento della lista cuore va considerato in relazione all’uso dei cuori artificiali che incrementano la platea dei pazienti ‘trapiantabili’».