Oggi ci sarà l’anniversario della strage di via D’Amelio dove morì Paolo Borsellino, magistrato italiano che lottò in modo irreprensibile contro la mafia con l’obbiettivo di liberare l’Italia da una delle più potenti organizzazioni criminali. Tante le manifestazioni organizzate e imponente la partecipazione dei cittadini che verranno da ogni parte d’Italia.“Avevamo avuto la gioia di vedere spiragli di verità sulla strage di via D’Amelio, ma ecco che si cominciano a frapporre ostacoli ai più alti livelli istituzionali. Il sentire che un ex ministro indagato per i suoi silenzi chieda e, sembra, ottenga l’appoggio del capo dello Stato Napolitano ci addolora e ci fa rabbia” queste le parole del fratello di Paolo Borsellino, indignato per una verità sull’uccisione del fratello che stenta ad emergere.
“Le Agende Rosse”. Il giorno della commemorazione del magistrato sembra non alimentare la coesione nazionale. Il movimento delle “Agende Rosse” fondato da Salvatore Borsellino (fratello di Paolo) si pone l’obiettivo di sollecitare la ricerca di cosa ci sia veramente dietro la morte dei due eroi della magistratura italiana. Il nome del movimento fa riferimento all’agenda di Borsellino misteriosamente sparita e che probabilmente contiene informazioni importanti circa un’eventuale trattativa stato-mafia sulla quale i magistrati indagano tra mille difficoltà, polemiche e depistaggi.
L’anniversario è stato caratterizzato dai formalismi di rito: la biblioteca comunale di Palermo porterà il nome di Paolo Borsellino, ai nati del 1992 sarà regalata un’agendina con i nomi delle vittime della mafia dal 1983 ad oggi. Di eventi ne sono stati organizzati tanti, ma a Salvatore Borsellino interessano poco.
La manifestazione culminerà con la raccolta di messaggi di solidarietà che saranno deposti presso un albero d’ulivo in via D’Amelio.
Niente politici. La famiglia Borsellino non gradisce la presenza di uomini delle istituzioni che porteranno la solita di corona di fiori, ma desiderano che l’evento sia caratterizzato dalla partecipazione della società civile. Quest’appello è stato raccolto dal Presidente della Camera Gianfranco Fini che farà visita alla famiglia in forma privata. La questione della trattativa stato-mafia tiene gli animi caldi e la sete di verità travolge la tentazione di trasformare l’evento in una liturgia istituzionale.
“Mi ucciderà la mafia ma saranno altri a farmi uccidere. La mafia mi ucciderà quando altri lo consentiranno” queste le parole di Borsellino a cui si desidera dare un senso compiuto e definitivo.
La manifestazione culminerà con la raccolta di messaggi di solidarietà che saranno deposti presso un albero d’ulivo in via D’Amelio.
Niente politici. La famiglia Borsellino non gradisce la presenza di uomini delle istituzioni che porteranno la solita di corona di fiori, ma desiderano che l’evento sia caratterizzato dalla partecipazione della società civile. Quest’appello è stato raccolto dal Presidente della Camera Gianfranco Fini che farà visita alla famiglia in forma privata. La questione della trattativa stato-mafia tiene gli animi caldi e la sete di verità travolge la tentazione di trasformare l’evento in una liturgia istituzionale.
“Mi ucciderà la mafia ma saranno altri a farmi uccidere. La mafia mi ucciderà quando altri lo consentiranno” queste le parole di Borsellino a cui si desidera dare un senso compiuto e definitivo.