Le note di “Life on Mars” di David Bowie hanno accompagnato il lancio del Falcon Heavy, il razzo della Space X di Elon Musk, partito ieri sera dalla stazione di Cape Canaveral. Obiettivo: raggiungere l’orbita di Marte a bordo della Tesla Roadster, l’auto elettrica rossa realizzata dall’azienda di Musk. Alla guida un pilota d’eccezione, Starman, un manichino con tanto di tuta spaziale.
“Probabilmente la cosa più emozionante che abbia mai vissuto”, ha commentato a caldo Elon Musk. La Tesla sta ora sfrecciando verso la fascia degli asteroidi, che si trova tra la Terra e il pianeta rosso. Dopo il lancio, è andata bene anche la successiva separazione dei razzi laterali dal corpo centrale, che sta proseguendo nel suo ambizioso viaggio.
Il Falcon Heavy ha quindi raggiunto la posizione orbitale per rilasciare la Tesla Roadster sulla traiettoria ideale per Marte. Le immagini che arrivano dallo Space X sono a dir poco spettacolari: un’auto rosso fiammante che sfreccia nello spazio, accompagnata in sottofondo dalla musica di Bowie. Presente all’interno della macchina anche una “Guida galattica per autostoppisti” e un asciugamano con la scritta “Don’t panic”. L’auto della Tesla però non potrà toccare la superficie di Marte, perché le regole sulla protezione planetaria vietano qualsiasi forma di contaminazione.
Il viaggio appena cominciato non sarà l’unico, almeno secondo i piani di Elon Musk. La sua ultima creatura, il Falcon Heavy, è stata infatti progettata per essere riutilizzabile. Il prossimo passo sarà utilizzare il razzo per portare in orbita equipaggi umani, una capacità che oggi hanno soltanto Russia e Cina. La Space X prevede inoltre di modificare ulteriormente il suo gigante dello spazio affinché possa fare da apripista per le future missioni umane su Marte.
Di idee originali e anche un po’ stravaganti, d’altronde, Musk ne ha avute anche in passato: nel 2016, ad esempio, l’imprenditore di origine sudafricana aveva previsto un piano per colonizzare il pianeta rosso con un milione di persone, spedite tramite grandi navicelle da duecento posti l’una. Un’ipotesi, dopo il lancio di ieri, non così irrealizzabile.