“L’approccio diplomatico con Pyongyang è fallito” queste le parole durissime del segretario di Stato americano Rex Tillerson che segnano la fine della politica americana di “pazienza strategica”.
L’America di Trump sarebbe dunque pronta a bombardare la Corea del Nord che Kim Jong-un sta dotando della bomba atomica. L’ipotesi di un conflitto che dal Sud Est asiatico si sprigioni nel resto del pianeta è diventata una realtà. Finora quella militare era un’opzione che sembrava ferma alla teoria, ma da questo momento è una possibilità concreta. “Voglio essere chiaro – dichiara Tillerson- se Pyongyang diventa una minaccia al livello che noi riteniamo richieda un’azione, l’opzione militare è sul tavolo”.
La minaccia statunitense risuona subito dopo che il segretario di Stato è in andato in visita al DMZ, la zona demilitarizzata che segna il confine tra la Corea del Sud e la Corea del Nord. Gli Usa, dopo i quattro missili lanciati la scorsa settimana da Kim nel mare del Giappone, hanno impresso un’accelerazione per la costruzione al sud di Seul di quello scudo antimissile Thaad malvisto dai cinesi, che temono di essere così spiati. In questi giorni sono continuate le esercitazioni congiunte di coreani e americani e nella Corea del Sud è arrivata una flotta di droni capace di volare dal Sud della Corea fino alle basi del Nord.