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HomeCronaca L’allarme Federcontribuenti: il 70% delle scuole italiane dovrebbe essere demolito

L'allarme Federcontribuenti
Il 70% delle scuole italiane
dovrebbe essere demolito

Molti gli istituti scolastici inadeguati

soprattutto nelle zone a rischio sismico

di Salvatore Tropea11 Settembre 2018
11 Settembre 2018

Primo giorno di scuola nella scuola Peyron di Via Ventimiglia a Torino, 10 settembre 2018 ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

“Le scuole italiane sono troppo vecchie e strutturalmente pericolose”. A lanciare l’allarme è il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella, che in una nota ha sottolineato come molti edifici scolastici, circa “il 60-70% dovrebbero essere letteralmente demoliti”.

Il commento di Federcontribuenti arriva sul tema delle iniziative del governo per la sicurezza scolastica e quello che viene evidenziato è il paradosso secondo cui nelle scuole “dove insegniamo ai bambini a chiudere bene il rubinetto dell’acqua e a spegnere la luce, ci troviamo poi in edifici che cascano a pezzi. Continuiamo a fare convegni, seminari e incontri sul tema delle scuole italiane e della palese inadeguatezza e vetustà della quasi totalità degli edifici esistenti – si legge nella nota di Paccagnella – ma sono quasi vent’anni che proponiamo l’abbattimento programmato degli edifici scolastici assolutamente inadeguati in zone sismiche 1, 2, 3 quindi a rischio crollo e pertanto potenzialmente in grado di causare feriti e vittime in caso di sisma anche di modesta entità, oltre ai frequentissimi casi di crolli parziali di porzioni di manufatti, anche in assenza di terremoto”.

Per Federcontribuenti dunque è “inutile continuare a sperperare denaro dei contribuenti per effettuare rilevazioni statiche sulle scuole esistenti”. Secondo Paccagnella, infatti, “le attuali tecniche costruttive basate sul calcestruzzo armato e similari, risultano assolutamente inopportune per la nostra Italia, nella gran parte fortemente sismica”. Tra i tanti edifici scolastici poco sicuri, ha fatto notizia ieri il caso dell’Istituto Maggia di Stresa, nella provincia piemontese di Verbano-Cusio-Ossola, dove gli studenti, che frequentano l’Alberghiero e i corsi per Tecnico del Turismo, si sono rifiutati di entrare nelle aule, per la condizione di fatiscenza più volte denunciata di due palazzi dell’Istituto.

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