L’Associazione italiana editori (Aie) lancia un appello ai partiti per affrontare l’emergenza della carta. Ieri è stata presentata infatti una proposta di lavoro per la cultura, indirizzata agli esponenti del prossimo governo e suddivisa in quattro punti. Per primo, si richiede un credito d’imposta per i libri, come avviene per giornali e periodici: l’intero sistema è in pericolo a causa dell’impennata dei costi energetici. In un’ottica di lungo periodo, viene ritenuta necessaria una legge di sistema per il settore, con incentivi all’innovazione e all’internazionalizzazione per tutta la filiera.
Il terzo punto riguarda la valorizzazione del diritto d’autore e la lotta alla pirateria, che provoca, secondo l’Aie, la distruzione di 711 milioni di euro di potenziale giro d’affari ogni anno, che corrisponderebbero a circa 5.400 occupati in più. Il settore del libro muove 3,4 miliardi di fatturato, coinvolgendo 5.200 case editrici, 5.000 librerie e oltre 70.000 occupati. La difesa del settore è pertanto essenziale per dare un futuro di lavoro alle nuove generazioni. Infine, la quarta proposta si basa sugli incentivi alla lettura, dando continuità al buono per gli acquisti culturali dei 18enni, la cosiddetta 18App, ed estendendolo ad altre categorie. Viene richiesto anche un sostegno alle biblioteche e alle librerie dal punto di vista infrastrutturale.
Il presidente dell’Aie, Riccardo Franco Levi, ha sottolineato come tra gli editori e le forze politiche ci sia stata fino ad ora una larga condivisione, che ha portato, soprattutto in piena pandemia, alla rivalutazione dei libri come beni essenziali. L’attenzione che ora viene richiesta per il comparto è, secondo Levi, fondamentale per la crescita economica e sociale del Paese.