“Ci vorrà un bel po’ di tempo prima che la Bce riduca il suo stimolo monetario, ma ha strumenti eccezionali da utilizzare, e ne ha un’intera batteria”. Così si è espressa questa mattina la presidente della Banca Centrale europea Christine Lagarde, intervistata da Bloomberg Surveillance Tv, il programma americano di notizie e informazioni finanziarie globali, stimando un ritorno alla situazione economica pre-Covid per la metà del 2022. “Per me la definizione di medio termine significa un paio di anni. E questo è in linea con le attese per la ripresa”, ha dichiarato.
Attualmente il ritmo di acquisti del Pandemic Emergency Purchase Programme (Pepp), il programma temporaneo di acquisto di titoli del settore pubblico e privato nato per contrastare i gravi rischi prospettati dalla pandemia da Covid-19, supera i 20 miliardi di euro a settimana, un numero che quasi sicuramente non si potrà tornare a ridurre già il prossimo giugno 2021.
Tuttavia, “l’Eurozona ha bisogno che lo stimolo fiscale continui a essere potente ed efficace, ecco perché ci aspettiamo un veloce utilizzo del Next Generation Eu e speriamo molto che sia dispiegato nella seconda metà del 2021”, ha aggiunto Lagarde. Sul Recovery Fund poi e sullo stop temporaneo alla ratifica del piano tedesco, ha osservato: “Penso che ci siano davvero dei buoni progressi. Sappiamo che c’è un ricorso alla Corte suprema tedesca che speriamo venga affrontato velocemente. Non voglio anticipare le decisioni, ma spero che si trovi il modo di rispettare quello su cui ci si è accordati a luglio, e che è già stato votato da numerosi parlamenti”.
Infine, a proposito del collasso dell’hedge fund Archegos Capital, che sta infliggendo costose perdite a numerose banche ha dichiarato: “Il caso mostra che anche il settore finanziario deve essere adeguatamente monitorato. A volte ci sentiamo dire dalle banche che si sentono eccessivamente regolamentate, ma questo è un bene per la loro sicurezza e per quella dei loro clienti”.