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L’accetta del Campidoglio su auto blu e garage: risparmi per 1,8 milioni di euro

di Fabio Grazzini27 Settembre 2013
27 Settembre 2013

auto-blu«Con questo provvedimento scendiamo da 322 macchine di servizio a 249. Il risparmio sarà di 283 mila euro, ma si arriva a 850 mila dal 2011 contando altri interventi in questo settore». E’ un commento soddisfatto quello del vicesindaco di Roma, Luigi Neri (Sel), che sottolinea l’ulteriore sviluppo della linea rigorosa portata avanti dal primo cittadino, Ignazio Marino. Un’azione anti-spreco, promossa da Nieri e confermata da una memoria della giunta capitolina, che non si riduce alla sola decurtazione delle auto blu ma che va a operare anche sulle spese legate ai garage.

Evitando infatti di rinnovare i contratti di due autorimesse si è risparmiato un altro milione di euro, raggiungendo il totale di 1,8 milioni; in particolare, ricorda Nieri, si tratta dei «depositi di via Tito Omboni e di via Ostiense: 700 mila euro l’anno nel primo caso, 300 mila nel secondo. I due contratti – aggiunge il vicesindaco – sarebbero scaduti a dicembre, ma senza questa nostra decisione sarebbero stati automaticamente rinnovati. Delle 73 auto che verranno eliminate – conclude Neri – 26 di quelle a noleggio verranno destinate alla Polizia locale e 47 di proprietà verranno in parte rottamate e in parte destinate al sociale».

 Tagli significativi che produrranno a cascata altri risparmi, legati alle spese per il carburante e agli straordinari degli autisti, che in buon numero saranno dirottati a svolgere altre mansioni. Un provvedimento che si abbatte sui privilegi dell’amministrazione comunale e che cerca di rendere definitivi questi cambiamenti istituendo la regola che d’ora innanzi le auto saranno in dotazione direttamente al dipartimento o all’assessorato e non più al singolo direttore o assessore.
Ruoli quest’ultimi che, proprio contemporaneamente all’approvazione del provvedimento, hanno visto un ricambio con l’assunzione di Massimo Bartoli – romano, nato nel 1968 – che ricoprirà il ruolo di direttore esecutivo guadagnando 130mila euro lordi l’anno, 63mila in meno rispetto al suo predecessore, Raffaele Borriello, e la metà rispetto al primo direttore, Antonino Turicchi, che al tempo percepiva un compenso di ben 250mila euro.

 
Fabio Grazzini

 

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