Ne ha per tutti, Morgan. In un Ivan Graziani Theatre blindatissimo, racconta ai giornalisti la sua versione del litigio con Bugo, al Festival di Sanremo. E lancia accuse pesanti: “Sono stato vittima di mobbing, da parte del manager di Bugo, Valerio Soave. Mi ha messo le mani addosso, circa due mesi fa, durante una riunione con tutto l’entourage. Io ho detto: denunciamolo. Ma poi è passata in cavalleria. Il mobbing – ha proseguito Morgan – è terribile, perché è l’uccisione del lavoratore. E io, ripeto, ne sono stato vittima”.
Ma perché è venuto a Sanremo? “‘Sincero’ è una canzoncina, niente di che. Io sono qui per fare un favore a Bugo. Lui non ha la notorietà per entrare fra i big dell’Ariston, ma grazie a me ce l’ha fatta. Io l’ho fatto in nome della nostra amicizia, perché lui mi era stato vicino in passato, nei momenti difficili. E per Bugo questa era l’occasione della vita, avrebbe venduto sua madre per essere qui. Ma poi sono stato tradito”.
Da chi? “Da Valerio Soave, che ha plagiato Bugo e l’ha messo contro di me”. E ora che succederà? “Magari rifaremo amicizia, se lui si libera di Soave e rinsavisce. Di certo non c’è stato quello che si è letto questa mattina su Repubblica: abbiamo litigato, sì, ma non ho morso nessuno. Semmai, l’unico violento qui è Soave. Che ha boicottato la mia esibizione con l’Orchestra”. Da queste premesse, insomma, nascerebbe il suo sabotaggio di ieri: “In realtà non sapevo neanche che cambiando il testo saremmo stati squalificati d’ufficio. Era tutto un gioco, per me”. E infine la diffidenza, verso i giornalisti: “Adesso – ha ironizzato Morgan – andate e scrivete l’opposto di quello che vi ho detto”.