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HomeCronaca La strage senza fine sulle strade di Roma

Sulle strade di Roma
una strage senza fine
157 morti in soli dieci mesi

La consulta per la Sicurezza stradale

boccia la giunta Gualtieri

di Martina Vivani26 Ottobre 2023
26 Ottobre 2023
casal palocco incident

Le auto coinvolte nell’incidente stradale a Casal Palocco in cui perse la vita un bambino di 5 anni. Alla guida della Lamborghini vi era uno youtuber, il quale sembra stesse girando un video / Foto Ansa

Vite spezzate mentre si attraversa la strada sulle strisce pedonali per andare a lavoro, si va a fare la spesa o di ritorno da una serata con gli amici in pizzeria. A Roma da inizio anno a ottobre, tra incidenti alla guida e auto pirata, sono morte 157 persone, di cui 33 pedoni. Una scia di sangue che non sembra volersi arrestare. Muoversi nella Capitale, infatti, è diventato sempre più pericoloso. Non fa differenza il luogo: dal centro alla periferia la “fatalità” è dietro l’angolo, in una città in cui si vive nella pressoché totale assenza di regole.

Un bilancio drammatico

I numeri sono drammatici, come emerge dall’indagine Aci-Istat su incidenti e vittime della strada per il 2022: il Lazio è la prima regione italiana per aumento delle vittime della strada. I dati più preoccupanti si registrano proprio a Roma (con 13.182 incidenti, 36 al giorno e 150 morti) e Latina. La Capitale segna anche il record negativo, di provincia con il più alto numero di pedoni morti, 56 in tutto il 2022, seguita dai 24 di Milano e i 23 di Napoli. In forte crescita sono anche le vittime della cosiddetta “mobilità dolce”: dei 16 incidenti che hanno causato almeno un decesso di conducenti di monopattini in tutta Italia, tre sono avvenuti proprio in provincia di Roma. Una crescita che, come si legge nel rapporto, è generata dalla naturale ripresa della mobilità dopo le limitazioni agli spostamenti imposte durante il periodo della pandemia. Un primato che deve far riflettere sul fatto che esiste un’emergenza sicurezza strade sia nella Capitale che nell’hinterland cittadino.

Fonte: indagine Aci-Istat su incidenti e vittime della strada, anno 2022

Poco più di un anno fa la morte di Valdiserri

Tra le vittime ricordiamo Francesco Valdiserri – da poco caduto l’anniversario del tragico incidente – morto nella notte tra il 19 e il 20 ottobre 2022. Investito e ucciso mentre camminava sul marciapiede di via Cristoforo Colombo da una ragazza, all’epoca 23enne, condannata a cinque anni per omicidio stradale aggravato. La giovane al volante dell’auto è stata accusata di aver tenuto una “guida grave e irresponsabile” che ha portato alla morte di Valdiserri “e messo a rischio la vita di almeno altre due persone oltre che la propria”, così si legge nella sentenza di condanna. Dalla documentazione emerge, infatti, che la ragazza, che era alla guida con un tasso alcolemico tre volte superiore al limite consentito, viaggiava ad una velocità superiore al limite consentito (80 km/h rispetto ai 50 km/h del limite).

La comitiva di Roma nord distrutta dagli incidenti

Un tragico intreccio, quello che ha spezzato le vite di quattro giovani amici di Roma nord, morti in tre differenti incidenti stradali: Gaia, Camilla, Leonardo e Gabriele. Gabriele Sangineto era uno studente universitario di 21 anni, il 19 ottobre scorso è stato investito alla periferia nord della Capitale mentre attraversava sulle strisce pedonali. Era compagno di classe di Leonardo Lamma, morto nel 2022 a Corso Francia, sempre a nord di Roma, mentre guidava la sua moto. Proprio sulla stessa strada dove, nel 2019, hanno perso la vita le amiche Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, investite mentre attraversavano. “Ci vedevamo tutti a Ponte Milvio, passavamo le serate tra passeggiate e discoteche. Ora quattro di noi sono morti. Mette i brividi”, raccontano al Corriere della Sera gli altri componenti della comitiva.

Casal Palocco, l’incidente in cui ha perso la vita un bambino di 5 anni

Risale allo scorso 14 giugno il tragico incidente che è costato la vita al piccolo Manuel, un bambino di soli 5 anni. Uno scontro mortale tra la Lamborghini degli youtuber TheBorderline e la Smart che ospitava la vittima. La Lamborghini blu sfrecciava ben oltre il limite consentito su via di Macchia Saponara, a sud della Capitale. Una velocità tale che, nonostante la straordinaria potenza frenante della supercar, non avrebbe consentito di frenare così tanto da evitare l’impatto con la Smart. A bordo della Lamborghini era presente lo youtuber 22enne Matteo Di Pietro, il quale sembra stesse girando anche un video per il suo canale. Una challenge, quella di restare 50 ore a bordo della supercar con gli amici senza mettere mai piede fuori dall’abitacolo, nella speranza di monetizzare il più possibile grazie ai click che avrebbe generato. Il tutto per ripagare il bolide azzurro metallizzato preso a noleggio, secondo il Gip, “con l’unico fine di impressionare e catturare l’attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati”.

La consulta per la Sicurezza stradale boccia Gualtieri

Gli interventi del sindaco di Roma Roberto Gualtieri sono stati giudicati insufficienti e deludenti anche dalla consulta per la Sicurezza stradale. Sebbene siano stati sottolineati anche, in positivo, l’avvio della progettazione delle isole ambientali e la ripresa in modo sistematico della manutenzione delle strade, gli aspetti negativi non mancano. Roma rimane una delle città più pericolose d’Europa e la motivazione, secondo l’organo, va ricercata non solo nel numero di auto in circolazione, ma anche nei mancati controlli e nello scarso rispetto delle regole stradali. Le proposte fatte al Campidoglio per provare a rendere le strade della Capitale più sicure riguardano soprattutto la richiesta di controlli a campione, il contrasto alla sosta selvaggia e l’installazione di isole spartitraffico nelle strade particolarmente larghe.

Le organizzazioni per la sicurezza stradale chiedono soluzioni

Per fermare questa tragedia senza fine, le associazioni chiedono più controlli. Il referente di Rete Vivinstrada Alfredo Giordani afferma: “Servono nuove politiche e infrastrutture di moderazione e riduzione del traffico, una nuova cultura della mobilità”. Ma sono soluzioni che richiedono tempo. Per questo bisogna puntare sui rilevatori scout speed, ossia dispositivi che controllano la velocità sulle strade e che vengono montati sui mezzi di pattuglia in movimento. Allo stesso tempo è necessario che venga controllato il rispetto della precedenza dei pedoni sulle strisce pedonali. Sono linee di condotta che vanno comunicate tempestivamente ai cittadini, in modo che aumenti il loro effetto deterrente. Giordani sottolinea, infatti, come gli automobilisti non siano gli unici responsabili delle morti in strada: “Le istituzioni, dunque amministrazioni locali e enti di governo, sono responsabili a causa della loro colpevole inerzia nell’intervenire su un fenomeno sociale di questa portata”. La rete di organizzazioni Vivinstrada, che da tempo si occupa dei temi di prevenzione stradale, è convinta che serva una fattiva collaborazione con prefettura, Comune e polizia locale sugli interventi in materia di sicurezza stradale. Solo così potrebbe esserci una significativa diminuzione del tributo di sangue.

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