Cresce il fermento nel mondo della sinistra. Il nuovo progetto politico di Giuliano Pisapia, nato per riunire un’area troppo frammentata e divisa, si sta concretizzando. Prende forma quindi il disegno, annunciato all’indomani della sconfitta referendaria. Nel mese di dicembre l’ex sindaco di Milano si era detto pronto a tornare in pista per riunire il popolo che non si riconosce nel Pd, sotto la bandiera di un nuovo soggetto politico. “Dobbiamo restituire l’entusiasmo di fare politica agli italiani di sinistra che l’hanno perso”, spiegava in un’intervista rilasciata a Repubblica l’ex sindaco di Milano.
Già numerosi gli incontri con i rappresentati della sinistra di tutta Italia. Il prossimo appuntamento è previsto a Roma il 22 gennaio. Giuliano Pisapia spiegherà meglio la natura e la consistenza del suo “Campo progressista”. Un soggetto politico intenzionato a correre alle primarie contro Matteo Renzi. Tra i nomi dei possibili candidati il più quotato è quello della presidente della Camera Laura Boldrini. Dalla diretta interessata non arriva però alcun commento in merito. Il mondo a cui fa riferimento l’operazione dell’ex sindaco di Milano è nello specifico quello di una parte della ormai defunta Sel. Alla porta ci sono però anche altri esponenti politici. Tra i nomi quello di Federico Pizzarotti, già elettore di Rifondazione nell’epoca pre-M5S. Il sindaco di Parma infatti parteciperà a un incontro a Lecce proprio con Pisapia.
L’annuncio di Pisapia scompagina il mondo della sinistra. La sua idea è vista infatti con sospetto dall’ala bersaniana del Pd, perché il progetto Pisapia-Boldrini è considerato come organico al disegno renziano. Non tutti sono convinti: “Cambiare da dentro il centrosinistra è un’illusione”, sostiene ad esempio Pippo Civati. Nel frattempo, c’è un’altra sinistra che punta a costruire un polo alternativo al Pd. Questa è l’idea che probabilmente risulterà maggioritaria al Congresso Nazionale Fondativo di Sinistra Italiana, che si terrà dal 17 al 19 febbraio. Potremmo essere insomma di fronte all’ennesima scissione. Il campo della sinistra italiana potrebbe risultare ancora una volta diviso e il proposito di un soggetto unitario rischia di essere ulteriormente disatteso.