Non bastano neanche cinque Coppe dei Campioni vinte in carriera per garantire il posto saldo in panchina agli allenatori di oggi. Sembra essere il destino di Carlo Ancelotti, mister col palmarès da capogiro del Napolie che ora è nel mirino del presidente partenopeo Aurelio De Laurentiis. Fino a qualche giorno fa la posizione di Carletto non era neanche in discussione, ma dopo l’ammutinamento e il ritiro disertato dai giocatori azzurri il rischio è quello di un Bayern Monaco bis: nel 2017 infatti i senatori del club tedesco riuscirono ad allontanare proprio Ancelotti, mai esonerato fino a quel momento.
E presto potrebbe arrivare il secondo della sua carriera. Potrebbe essere un esonero inaspettato, ma la Serie A in passato ci ha regalato voltafaccia clamorosi. Una tendenza che si è confermata in questa stagione: nella Milano rossonera si respirava aria di rivoluzione quest’estate, quando Marco Giampaolo si sedette sulla panchina del Milan. L’allievo di Maurizio Sarri – attuale allenatore della Juve – si è però presto trasformato nel capro espiatorio delle disfatte del Diavolo, sancendo un esonero prematuro e inaspettato.
Le teste non sono cadute solo a Milano. Mai come quest’anno gli allenatori pagano i risultati negativi dell’avvio di stagione, con cinque panchine già saltate dall’inizio del campionato: e se Milano piange, Genova di certo non ride, con entrambi gli allenatori costretti a dire addio alla Lanterna.
Massimo Ferrero ha esonerato Eusebio Di Francesco, mentre Enrico Preziosi ha deciso di rimuovere dal suo incarico Aurelio Andreazzoli. Il presidente del Genoa è notoriamente un carnefice di mister, così come Massimo Cellino: l’ex proprietario del Cagliari, ora patron del Brescia ha optato anche lui per il cambio in panchia. A farne le spese, Eugenio Corini. L’elenco dei giustiziati si chiude a Udine, dove la famiglia Pozzo ha sbattuto le porte in faccia a Igor Tudor. Un totale di cinque allenatori saltati nelle prime dieci giornate, come mai si era visto finora in Serie A.