Massimo Cacciari, filosofo, politologo e accademico italiano, si scaglia contro il linguaggio sempre più semplificato dei giornali e della televisione. Anche l’uso di anglismi, entrati nel registro linguistico quotidiano, non stimola i giovani ad usare parole della lingua italiana.
Alla fine del percorso scolastico, sono molti i ragazzi che scrivono male in italiano e leggono poco. Lei afferma però che spesso non è colpa degli studenti né degli insegnanti, ma dell’impianto dei vecchi licei che è stato smembrato. Può spiegarci meglio questo suo punto di vista?
“Gli attuali mezzi di comunicazione favoriscono tutto fuorché l’apprendimento di un italiano corretto, ricco, articolato. Dalla televisione fino ai nuovi mezzi di comunicazione, tutto congiura in favore di un linguaggio ultra semplificato, che a volte si riduce a dei segni, come quelli che adoperiamo quando scriviamo messaggi sul telefonino o anche quando scriviamo email. È tutto un sistema che concorre alla perdita della lingua madre, o comunque a un suo scarso approfondimento e a una mancanza di amore nei suoi confronti”.
Spesso al centro delle critiche c’è la scuola. Lei che cosa ne pensa?
“Certo, la scuola dovrebbe resistere, dovrebbe mettere ancora al centro il gusto della conoscenza dell’italiano, al fine di scriverlo e parlarlo in modo adeguato, ma ormai anche in quel contesto si segue l’andazzo. Ne consegue che l’italiano, che era l’insegnamento fondamentale fino a qualche decennio fa, perde importanza rispetto ad altre materie. Ad esempio, oggi una famiglia preferisce di gran lunga che il proprio figlio esca dalla scuola sapendo bene l’inglese, piuttosto che l’italiano. C’è una scala di priorità che è cambiata nel corso degli ultimi cinquant’anni, e ancor più precipitosamente nel corso degli ultimi dieci-quindici. Io credo che si tratti di un destino: il mondo va verso una sorta di lingua franca che è l’inglese medio-basso, e tutto il resto si colloca dietro nella scala gerarchica”.
Queste iniziative promosse dai alcuni quotidiani, quindi, come le reputa?
“I giornali e la televisione per la verità sono i primi protagonisti di questo massacro della lingua. È ridicolo pensare che possano essere loro a promuovere una resistenza a favore dell’italiano, quando sono proprio questi mezzi di comunicazione che hanno avviato il declino della lingua”.