La storia di Adriano Panzironi ha inizio nel 2013, con la pubblicazione del libro “Vivere 120 anni. Le verità che nessuno vuole raccontarti”, che illustra una dieta da lui stesso ideata. Questo regime alimentare prevede il consumo di carne, pesce e verdure, senza limiti. Vanno eliminati però completamente i carboidrati. In sostanza il modello ricorda quella che dagli anni ’30 viene chiamata paleodieta, ovvero un’alimentazione che segua le orme dell’uomo del paleolitico: il cacciatore-raccoglitore. Tutto ciò però, secondo Panzironi, va abbinato rigorosamente a integratori da 300 euro al mese. La società che vende questi integratori è la Life 120 srl, le cui quote sono divise a metà tra Adriano e il fratello gemello, Roberto.
Panzironi, 47 anni, giornalista pubblicista, ha costruito un sistema di reclutamento estremamente persuasivo. Il regime alimentare da lui ideato permetterebbe non solo di allungare la propria vita ma anche di guarire praticamente da qualsiasi malattia. Diabete e morbo di Crohn, tumori, ma anche mal di testa e artrite. Mentre la trasmissione “Il Cerca Salute”, distribuita nelle reti locali, prevede una scaletta fissa che punta a convincere lo spettatore: la presenza in studio di Panzironi in qualità di esperto, il conduttore che gli fa delle domande che sembrano preparate e un paziente che loda il suo metodo ed elenca tutte le malattie da cui sarebbe guarito, ringraziando il guru con un notevole trasporto emotivo. Il tutto inframezzato da lunghi spot pubblicitari degli integratori.
Ora però Adriano Panzironi, insieme al fratello Roberto, dovrà spiegare a un giudice monocratico a che titolo può dare i consigli alimentari e medici che dispensa durante “Il Cerca Salute”. Non essendo, né un dottore, né un dietologo, né tantomeno un nutrizionista, il guru di Life 120 è accusato di aver commesso il reato di esercizio abusivo della professione medica. Mentre l’Ordine dei giornalisti, al quale Panzironi è iscritto come pubblicista dal 1991, si è mosso da tempo contro il guru delle diete. Infatti il 21 maggio scorso il consiglio di disciplina gli ha notificato una sospensione di 8 mesi dall’ordine.
Ma la costruzione di questo format di comunicazione, una televendita camuffata da informazione scientifica, non sarebbe potuta avvenire senza il contributo del conduttore e intervistatore: Benedetto Dionisi, una figura essenziale per la resa realistica della trasmissione. Anche lui giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine del Lazio. Tuttavia, a differenza di Panzironi, lui non è stato sospeso dall’Ordine dei giornalisti, nonostante sia protagonista degli spot pubblicitari degli integratori inseriti durante la trasmissione.
La denuncia dei medici
Sulla scalata di Panzironi “non so dare una motivazione – spiega Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma – Noi questa estate abbiamo rispettato un nostro obbligo, come istituzione a tutela della salute del cittadino, altrimenti saremmo stati omissivi. Avendo avuto degli esposti abbiamo denunciato tutto alla magistratura che sta facendo il suo corso, aspettiamo e vediamo”. Al momento “lui sa fare bene quello che fa e, se non ci fossero novità, continuerà a farlo”. Questa estate c’è stato un duro botta e risposta tra i due: “Lui mi ha querelato per diffamazione a mezzo stampa – racconta Magi – e generalmente io con chi mi querela mi confronto nelle sedi competenti. Poi c’è stato un invito – alla convention al Palaeur – mandato venerdì sera a uffici chiusi quando sabato c’era l’evento. Io non ci sarei andato comunque, ma il mio invito era farlocco come l’altra decina che ha inviato ad altri esperti del settore, infatti non si è presentato nessuno”.
Oggi, continua il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, “invito i cittadini a stare attenti, soprattutto quando c’è una patologia. Una dieta non è una cosa banale, va seguita, va visitato il paziente, vanno fatte le analisi e bisogna vedere se ci sono controindicazioni”. Se viene “data così, online, per telefono, o addirittura tramite i call center non va assolutamente bene”.
Ma qualcosa si sta muovendo e anche alla trasmissione di Barbara D’Urso su Canale 5 – della quale il guru delle diete è ospite fisso – “c’è qualcuno che vorrebbe intervenire a livello legale per aver subito dei danni”. In questi anni ci sono stati diversi episodi analoghi, “c’è il caso Lemme, che ora si è sgonfiato – ricorda Magi – ma ci sono anche altri casi e noi, come Ordine in tutta Italia, agiamo tempestivamente. Appena arriva una notifica, obbligatoriamente, come organo istituzionale e sussidiario dello Stato, facciamo la denuncia alle autorità o gli mandiamo i Nas, così come abbiamo fatto con Panzironi”. Per avere il parere di un esperto abbiamo sentito il biologo nutrizionista Carmine Orlandi, che ha duramente criticato il metodo del guru.
La doppia faccia dei ministeri
Il ministero della Salute insegue da tempo l’inventore del Life 120. Nel dicembre del 2018 infatti fu l’ex ministro Giulia Grillo a denunciarlo all’Agcom, con un post sulla sua pagina Facebook in cui si scagliava contro Panzironi accusandolo di “prendere in giro i malati”. Nonostante la multa di 260mila euro inflitta dal Garante delle comunicazioni per aver trasmesso “informazioni pubblicitarie potenzialmente lesive della salute”, il giornalista romano ha continuato a sponsorizzare la sua dieta miracolosa, organizzando persino un affollato convegno al Palaeur a fine giugno. Il palazzo dello sport, che si trova nella zona sud della Capitale, è di proprietà di EUR Spa, che appartiene per il 90% al ministero dell’Economia e per il 10% a Roma Capitale. In sostanza è un edificio di proprietà dello stesso Stato che denuncia da anni il trucco di Panzironi. A questo incontro c’erano anche i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni che, secondo quanto riporta La Stampa, sarebbero stati pronti a bloccare a stretto giro gli integratori marcati Life 120. Da allora più nessuna novità.
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Abbiamo chiesto delucidazioni al ministero della Salute, che ci ha spiegato che “l’immissione in commercio di ogni integratore alimentare da parte di un operatore del settore alimentare (OSA) è subordinata alla procedura di notifica elettronica al Ministero, che ne valuta la rispondenza ai requisiti prescritti dalla normativa di settore al fine di garantire la sicurezza e la corretta informazione ai consumatori”, ammettendo quindi di aver autorizzato Panzironi alla vendita.
Infatti “nel caso di prodotti risultanti non conformi, sono previsti, nell’ambito dell’attività di allerta coordinata da questo Ministero, il ritiro e/o il richiamo dei prodotti in parola dal mercato”, un ritiro di fatto mai avvenuto. “I prodotti per i quali la procedura di notifica si conclude con esito favorevole vengono inseriti nel registro degli integratori alimentari pubblicato sul portale – ha continuato il ministero – nel registro in questione sono inclusi anche gli integratori che sono stati notificati dall’impresa Life 120 Italia”. Dal ministero però hanno tenuto a sottolineare di avere per primi “segnalato ai NAS i filmati di una trasmissione televisiva ove venivano dati al pubblico indicazioni di carattere medico da parte dello stesso Panzironi”, provocando la sanzione dell’Agcom a marzo scorso.
Come se non bastasse l’8 e il 9 ottobre è stato proiettato nei cinema “L’uomo che volle vivere 120 anni”, il docufilm su Adriano Panzironi. Nei due giorni in cui è stato in programma, in 120 (guarda caso) sale italiane, con un solo orario serale, il film ha raccolto quasi diecimila presenze. Dopo essere stato multato dall’Agcom, il guru romano è stato sanzionato nuovamente anche dall’Antitrust lo scorso 30 settembre per la “diffusione di messaggi nei quali si prospettavano asseriti effetti terapeutici degli integratori alimentari della Life 120, con riferimento anche a varie patologie estremamente gravi”, ma anche per la “promozione occulta” degli stessi “nel contesto della rubrica televisiva Il Cerca Salute”. Sembra assurdo che nonostante tutto gli sia permesso di distribuire in sala un vero e proprio film propagandistico, che è stato per forza di cose approvato dalla Commissione per la Revisione cinematografica del ministero dei Beni Culturali. Anche in questo caso abbiamo provato a chiedere delucidazioni in merito, ma dal Mibact nessuno, al momento, ha voluto rispondere alle nostre domande. Nel frattempo il film, approdato in sala, potrebbe aver avvicinato nuovi adepti, nuovi disperati in cerca di un miracolo.
Adriano Panzironi continua la sua scalata verso il successo e il denaro. Nel frattempo il ministero della Salute, apparentemente, lo combatte, ma gli permette di vendere gli integratori Life 120, dai quali gli arriva la maggior parte dei proventi. Il ministero dell’Economia gli concede il Palaeur per un convegno-show con migliaia di persone, mentre il ministero dei Beni Culturali approva e fa distribuire in sala il suo film propaganda mascherato da documentario. Poi l’ennesima multa da quasi 300mila euro, ma Panzironi anziché cadere sembra diventare sempre più forte.