La salma di Salvatore Riina è arrivata al cimitero di Corleone e lì è stata tumulata, al fianco delle ceneri di Bernardo Provenzano, così come a quelle delle tante vittime della mafia siciliana. Il carro funebre era partito ieri da Parma, seguito dall’auto dei familiari del boss di Cosa Nostra, sbarcando poi a Palermo da una nave traghetto partita da Napoli. Ad accompagnare il feretro la moglie del boss, Ninetta Bagarella e tre dei quattro figli: Lucia, Concetta e Salvuccio. Giovanni, il primogenito, è detenuto.
Proprio la figlia Lucia, in lacrime, è stata protetta da un cordone di poliziotti all’uscita dal cimitero, riuscendo a sfuggire ai tanti cronisti che attendevano la fine della cerimonia. A benedire la salma c’era Giuseppe Gentile, parroco della chiesa di Maria Santissima delle Grazie di Corleone.
Riina, deceduto venerdì nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma a 87 anni, stava scontando 26 condanne all’ergastolo in regime di carcere duro per gli appartenenti a cosche mafiose (41 bis). Con la morte del boss restano senza risposta le più grandi incognite che hanno segnato la storia italiana moderna, dall’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino alla presunta trattativa Stato-mafia nella stagione delle stragi del ’92 e ’93.