ROMA – Una giornata storica, tra esultanze e celebrazioni nel ricordo di Silvio Berlusconi. È nel solco dell’entusiasmo all’interno della maggioranza il sì in prima lettura alla riforma della giustizia. Il testo, entrato e uscito blindato sotto richiesta della premier Giorgia Meloni e del guardasigilli Carlo Nordio, ha ricevuto nell’aula di Montecitorio 174 sì, 92 contrari e 5 astenuti. Favorevoli Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia affiancati da Azione e +Europa. Un via libera arrivato dopo le polemiche sulla separazione della carriere – culminate dalla boccatura del Consiglio superiore di Magistratura – che infiamma l’Associazione Nazionale Magistrati e Magistratura democratica, che promette proteste.
La reazione del governo
Ieri il primo passo importante, con il semaforo verde alla riforma costituzionale. Ora l’iter parlamentare proseguirà con l’esame alle due Camere. Giubilo dalla maggioranza che ha festeggiato la vittoria nel segno di Berlusconi, con Forza Italia che ha ricordato come fosse il sogno del Cavaliere la separazione delle carriere. Mentre Matteo Salvini sui social ha celebrato il “via libera della Camera ad una storica battaglia della Lega”.
Anche il ministro della Giustizia ha celebrato il successo della prima delle possibili quattro letture del disegno di legge che porta il suo nome, ricordando come la separazione delle carriere fosse anche un suo vecchio pallino. Il guardasigilli ha ironizzato poi sulle polemiche dell’opposizione, preoccupata da una possibile assoggettamento dei pubblici ministeri al potere esecutivo. “Pm e giudici non perderanno l’indipendenza, saremo noi a liberarli da loro stessi”, ha detto Nordio.
Magistrati sul piede di guerra
Non è dello stesso avviso l’Associazione nazionale magistrati, con Alessandra Maddalena, vice del presidente Giuseppe Santalucia, che riguardo alla riforma sogno di Berlusconi e Nordio, spera che “non diventi l’incubo degli italiani”. Anm per protestare contro tale riforma ha proposto di indossare la toga addosso e impugnare un foglio con frasi a effetto sulla Costituzione nelle sedi di Corte d’Appello il 25 gennaio – giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario – ma Magistratura democratica chiede di più. Md ha infatti proposto una forma di protesta più incisiva e forte a Napoli, dove sarà presente anche Nordio, chiedendo che i magistrati “abbandonino l’aula nel momento in cui il rappresentante del ministro prenderà la parola”.
I contenuti della riforma
Il primo obbiettivo della riforma costituzionale è di distinguere nettamente le funzioni dei magistrati requirenti – i pubblici ministeri – da quelle dei magistrati giudicanti. La legge attualmente in vigore consente un solo passaggio da una carriera all’altra. Se passasse la riforma, sarebbero anche istituiti due distinti Consigli Superiori della Magistratura con uno dedicato alla magistratura giudicante, l’altro a quella requirente. Le intenzioni del governo sono quelle di dare più autonomia. Ma non solo. Nel testo viene inoltre adottata la selezione casuale dei componenti dei due Csm mediante sorteggio. Oltre all’istituzione di un’Alta Corte disciplinare per vigilare sulla condotta degli stessi magistrati. Ieri è arrivata la prima delle quattro letture previste e il testo ora passerà al Senato. La riforma sarà sottoposta a referendum. Se non verrà approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camera con la maggioranza di due terzi.