“La resurrezione del «Santo» Silvio” è il titolo che questa mattina l’autorevole Financial Times dedica al leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. “L’ex Primo Ministro ha riproposto sé stesso come vecchio statista pro-UE e come alternativa al populismo del Movimento 5 Stelle”.
L’editoriale, a firma di James Politi, analizza l’ascesa, la caduta e la nuova vita politica del Cavaliere, approfondendo anche la situazione internazionale che i vertici dell’Unione Europea si ritroverebbero ad affrontare. Perché le prossime elezioni del 4 marzo sono anche un test importante per tastare il polso di Bruxelles e la forza delle istituzioni comunitarie: fra i corridoi europei infatti c’è più apprensione per l’avanzata dei populismi, piuttosto che per il ritorno del Cavaliere ed il motto sembra essere “Aspettiamo e vediamo ciò che accade”. Un ritorno che già lo ha visto incontrare, con tanto di abbracci e risate, il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e che non esclude la carriera da Premier di un volto noto nel vecchio continente: quella del Presidente del Parlamento dell’Unione Antonio Tajani.
Eppure gli economisti internazionali storcono il naso sul programma politico di Forza Italia, che spinge su “minori costrizioni europee” sul piano economico e su una riduzione dell’impegno economico italiano verso Bruxelles.
Per il Financial Times l’attuale situazione, che vede Silvio Berlusconi essere al centro dell’attenzione mediatica del dibattito politico nazionale, è esattamente la posizione dove l’ottuagenario leader di Forza Italia voleva trovarsi: dal 1994, anno in cui fu fondata, la compagine forzista è stata elemento importantissimo nella politica italiana. Oggi, nonostante l’interdizione dai pubblici uffici a cui è stato condannato, ciò è ancora più evidenziato dallo sgretolamento della sinistra, divisa fra Partito Democratico, +Europa e Liberi e Uguali; mentre il populismo promosso dal Movimento 5 Stelle si candida a risultare il singolo partito più votato, con una quota di voti vicina al 28% secondo gli ultimi sondaggi. M5S che è fonte di preoccupazione per l’Unione Europea, in quanto una alleanza grillina con Lega e Fratelli d’Italia potrebbe portare a maggiori problemi di quanti ne comporterebbe “la resurrezione del «Santo» Silvio”.
E con una coalizione con Fratelli d’Italia e la Lega che punta al 36% dei voti, un governo di centrodestra è una delle ipotesi più accreditate per il post-4 marzo. E anche se il trio composto da Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi non riuscisse a formare un esecutivo, è probabile che il 16% di cui è accreditata Forza Italia concorrerà alla formazione di un governo di larghe intese: in questo caso lo sparring partner più accreditato è il Partito Democratico del segretario Matteo Renzi e dell’attuale Premier uscente Paolo Gentiloni. Proprio l’ascesa di Renzi, secondo James Politi, poteva segnare una nuova era della politica italiana fatta da giovani e moderni statisti, e che invece ha dimostrato la cronica incapacità della politica italiana di rinnovarsi e ringiovanirsi. Il tutto a favore del rombante ritorno di Berlusconi.