Stefania Gander è un’imprenditrice del nord Italia, che a Bolzano gestisce un’azienda di stampe e cartotecnica. A causa dell’esplosione dell’emergenza da Coronavirus ha deciso di aprire una società con due colleghi per iniziare a produrre mascherine: “Io non ho riconvertito la mia azienda, ne abbiamo semplicemente aperta una nuova, comprando il macchinario”.
Di che macchinario si tratta?
“Serve a produrre le mascherine chirurgiche, noi le facciamo di tipo 2R. Lo abbiamo comprato in Cina e tra acquisto e spedizione lo abbiamo pagato circa 230mila euro. Per ora – lavorando con cinque operai – ne riusciremo a produrre circa 200mila al giorno”.
Che dovrà però rivendere al prezzo calmierato.
“Esatto. E diciamo che non sono propriamente d’accordo con il commissario Domenico Arcuri, anzi. Ci ho parlato e gliel’ho anche detto. Io produco le mascherine 2R, che hanno un costo superiore rispetto alle altre, perché i materiali sono più costosi. Quello stabilito da lui è un prezzo troppo basso”.
Quale sarebbe un prezzo giusto secondo lei?
“Io credo che il mercato si sarebbe calmierato da solo. Però se devo pensare a un prezzo, dico 65 centesimi più Iva”.
Però il commissario dice di averlo fatto per evitare le speculazioni.
“Va bene, ma infatti sarebbe stata giusta una via di mezzo. Peraltro non si tratta di una speculazione: ora costano di più perché i materiali costano di più, dal momento che è aumentata la domanda. Senza parlare poi dell’importazione, dei trasporti, dei voli”.
Eppure ormai il consumatore sa che potrà comprarle a 50 centesimi.
“Infatti noi le venderemo ai distributori a 46 centesimi, nella nostra regione invece (Trentino Alto Adige) – rischiando di perderci e con fatica – le distribuiremo nelle farmacie a 40 centesimi”.
Aumenterete la produzione in futuro?
“C’è da aspettarsi un aumento della richiesta nei prossimi mesi. Vediamo come andrà”.
Pensate di iniziare a produrre anche altri dispositivi, come i guanti?
“Non so rispondere con precisione. Il macchinario per i guanti ha costi molto elevati e si tratta proprio di un’industria differente”.