Cattolici, ortodossi e protestanti uniti per festeggiare la Resurrezione. Nei giorni scorsi il Papa infatti ha incontrato oltre 1.000 sacerdoti nella basilica lateranense, provenienti da oltre 90 differenti paesi dei cinque continenti, proponendo un’iniziativa comune per la Pasqua in un’unica data con le diverse confessioni cristiane. Il Pontefice ha così suggerito una sintesi della festa centrale dell’anno liturgico come già fatto da Paolo VI al tempo del suo pontificato (1963-1979 ndr.).
Papa Francesco ha definito uno scandalo che la Resurrezione sia celebrata in giorni differenti dalle diverse confessioni e ha anche anticipato di aver stabilito dei contatti col patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e con quello di Mosca Cirillo per trovare un accordo. Durante il suo discorso il Pontefice ha indicato il sangue dei copti decapitati sulle coste libiche dai terroristi dello “Stato Islamico” come punto comune di chi crede in Gesù, riferendosi a come sia uguale il sangue e il destino toccato ai martiri cristiani assassinati nel corso dei secoli.
Sembra che la proposta di Papa Francesco di celebrare la Pasqua in un’unica data stia ottenendo parere favorevole fra gli ortodossi. L’intesa è invece già una realtà con i cristiani copti i quali festeggiano la Pasqua in comunione con Roma.
Jorge Mario Bergoglio analizzando un parallelismo delle tensioni fra Europa e Russia, riferendosi alla questione ucraina che scalda gli equilibri geopolitici moderni, ha ricordato come «le grandi capitali d’Europa, a un certo momento della storia, erano Roma, Costantinopoli e Mosca. Sono stati i cattolici a saccheggiare Costantinopoli, non i luterani».
Una mano tesa verso la chiesa ortodossa e l’oriente per valorizzare lo spirito di fratellanza che contraddistingue la fede cattolica
Emanuele Bianchi