RIMINI – La premier Giorgia Meloni è arrivata al Congresso Cgil di Rimini, accolta da fischi, contestazioni e ressa di telecamere. La presidente appena entrata ha stretto la mano a Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, che l’ha ringraziata per aver accettato l’invito: “Lo considero un elemento di rispetto per l’organizzazione importante che siamo, bisogna ascoltare per essere ascoltati”. Per Meloni il congresso è un “esercizio di democrazia e partecipazione che non può lasciare indifferente chi ha responsabilità decisionali”.
Appena salita sul podio, la presidente è stata fischiata dal gruppo di minoranza interna alla Cgil che, cantando Bella Ciao, è poi uscito dalla sala con il pugno alzato. A questo proposito, la premier ha detto che non ha paura dei fischi perché è da quando ha 16 anni che li subisce. Il motivo della sua presenza è dovuto anche alla ricorrenza della celebrazione dell’Unità Nazionale, che ricorre il 17 marzo. “La contrapposizione è positiva, ha un ruolo educativo. L’unità è un’altra cosa, è un interesse superiore, è il comune destino che dà un senso alla contrapposizione” ha detto Meloni aggiungendo che “il confronto è necessario e utile”.
Nel suo discorso la premier ha ricordato anche l’attacco alla sede della Cgil di Roma da parte degli esponenti di estrema destra definendolo “inaccettabile”. “Credevamo che il tempo della contrapposizione ideologica feroce fosse alle nostre spalle e invece in questi mesi, purtroppo, mi pare che siano sempre più frequenti segnali di ritorno alla violenza politica” ha sottolineato.
Mezz’ora di intervento in cui Meloni ha ribadito come il reddito di cittadinanza sia stata una misure “sbagliata” e che la strada sia “un’altra”. “Vogliamo tutelare chi non è in grado di lavorare, chi ha perso il lavoro, ma per chi può lavorare la soluzione è creare posti di lavoro, inserire queste persone in corsi di formazione anche retribuiti”. La premier ha anche ricordato la sua contrarietà al salario minimo.
La presenza di Meloni al Congresso Cgil è un momento storico perché è dal 1996 che un presidente del Consiglio non partecipa all’assise. Fino all’ultimo ci sono stati dei dubbi sulla presenza della presidente al Congresso ma è stato lo stesso Landini ad invitarla. Secondo Landini, lo scopo della sua presenza è dare “risposte ai bisogni delle persone”. Contraria invece alla sua presenza è stata Eliana Como, dirigente della Fiom, perché la ritiene “esplicitamente fascista”. Como, anche portavoce del gruppo di minoranza interna alla Cgil, ha organizzato la protesta contro la premier fuori e dentro il Palacongressi. Una quarantina di persone ha esposto striscioni, tra cui si legge “Meloni: non in nostro nome. Cutro: Strage di Stato”. Hanno anche esposto peluche in ricordo delle vittime del naufragio di Cutro.