È italiana la nave Mare Jonio della Ong Mediterranea Saving Humans, partita da Palermo tre giorni fa, che ieri a largo della Libia ha salvato 49 migranti, tra cui dodici minori. Aveva chiesto l’autorizzazione ad approdare a Lampedusa, ricevendo risposta negativa dal parte del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Fin da questa mattina all’alba, non sono mancati momenti di tensione tra l’ong e la Guardia di Finanza. Qualche minuto dopo le 7 la Guardia Costiera ha autorizzato un punto di fonda e la Mare Jonio si è diretta a ridosso di Lampedusa, per poi fermarsi a un miglio e mezzo dal porto. Poco dopo le otto la Guardia di Finanza è salita a bordo.
Presente anche un giornalista di Repubblica, che ha confermato l’alt via radio imposto dai finanzieri, che però non è stato rispettato. L’ordine è stato disatteso da parte del capitano della nave perché c’era pericolo di vita: l’equipaggio si trovava in balia del mare forza 7 a un’ora dall’isola di Lampedusa. È quanto ha spiegato Luca Casarini, capo della missione. L’esigenza era quella di mettere in sicurezza la vita delle persone.
Condizione critica a bordo testimoniata dal medico Guido Di Stefano, che ha avuto difficoltà a far uscire le persone per andare al bagno perché troppo pericoloso. Nonostante la somministrazione di medicine, i naufraghi hanno continuato a vomitare.
I finanzieri, saliti quando la nave si è fermata al punto di fonda autorizzato, stanno svolgendo, secondo quanto riferiscono i volontari della Ong, un’ispezione relativa alla documentazione di bordo.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha convocato un tavolo permanente al Viminale, con esperti e forze di Polizia, per valutare la situazione sbarchi anche alla luce della direttiva emanata ieri sera. Direttiva voluta per “stoppare definitivamente le azioni illegali delle ong”. Lo fa sapere il Viminale, informando che il documento ribadirà le procedure successive ai salvataggi in mare.