ROMA – All’indomani di una delle campagne elettorali più imprevedibili, segnata da colpi di scena, violenza e cambi in corsa dei candidati, gli elettori hanno votato: Donald Trump è il 47esimo presidente degli Stati Uniti. Molti sono gli interrogativi che emergono rispetto al futuro del paese e del suo ruolo nel mondo globale.
Il team di The Donald sta accelerando e in una riunione convocata a Palm Beach in Florida ad appena 12 ore dalla fine delle elezioni, i suoi consiglieri si sono affrettati ad avviare i piani di transizione, in particolare per gestire il processo di selezione sulle nomine per il suo secondo mandato. Con il Congresso sotto il pieno controllo dei Repubblicani, sta prendendo forma la squadra del tycoon per promuovere il programma dell’America First.
La prima decisione che Trump dovrà prendere è chi sarà il suo capo di gabinetto: Susie Wiles, sua principale consigliera per la campagna, è una delle candidate secondo quanto riferito al Washington Post da fonti vicine a Trump. Altro nome possibile è quello di Brooke Rollins, presidente e Ceo dell’America First Policy Institute. Per l’incarico di Segretario di Stato sarebbe in lizza il senatore della Florida Marco Rubio. Il senatore Tom Cotton sarebbe in corsa invece per il ruolo di segretario alla Difesa e Robert F. Kennedy Jr, leader del movimento “no-vax”, potrebbe avere un ruolo nella Sanità. John Fleming, ex funzionario dell’amministrazione Trump e attuale tesoriere della Louisiana, sarebbe stato indicato per una posizione al ministero del Commercio.
Intanto Kamala Harris ha parlato alla sua base in un discorso alla Howard University di Washington, sua alma mater: “Dobbiamo accettare il risultato, questo fa la differenza tra democrazia e tirannide“. Harris, che ha avuto oggi un colloquio telefonico con il neo presidente, ha garantito una transizione pacifica del potere: “Accetto la sconfitta ma non la fine della lotta per la nostra libertà…è un lavoro duro, ma ne vale sempre la pena“, ha detto nonostante il risultato elettorale deludente.