L’orologio italiano segna l’1:14, una voce femminile conteggia alla rovescia: “Three, two, one, impact”. Poi delle urla di gioia e applausi scroscianti da parte dei tecnici della Nasa. La sonda Dart (Double asteroid redirection test) ha centrato in pieno l’asteroide Dimorphos per deviarne la traiettoria nell’ambito di un esperimento di difesa planetaria. Il test è stato effettuato a 7 milioni di miglia di distanza (circa 9,6 milioni di chilometri) e ha lo scopo di valutare la capacità del sistema di difendere la Terra da asteroidi minacciosi nel caso impattassero contro l’atmosfera.
L’evento straordinario è stato testimoniato grazie a Licia Cube, un satellite italiano coordinato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi). Grazie a questo si è riusciti a seguire la progressiva avanzata di Dart, che in un’ora di diretta si è trasformato dall’essere un puntino bianco in avvicinamento a un masso ben visibile. Subito dopo la collisione è entrato in scena come un fotoreporter cosmico per riprendere il punto in cui è avvenuto l’impatto.
“È stato un impatto spettacolare”, ha spiegato Simone Pirrotta, responsabile della missione Licia Cube per l’Asi, che ha seguito la missione dal centro di controllo di Torino: “La tecnologia di puntamento SmartNav della sonda Dart ha funzionato alla perfezione. Qui a Torino abbiamo seguito con emozione la fine della missione della Nasa, con la consapevolezza che nel frattempo il nostro piccolo reporter stava documentando un momento storico: la prima volta che il genere umano modifica lo stato orbitale di un corpo celeste”.
Dagli Usa la stessa emozione, testimoniata da una dichiarazione postata su Twitter dall’amministratore della Nasa Bill Nelson: “No, non è la trama di un film. L’abbiamo visto tutti in film come Armageddon, solo che questa è la vita reale e la posta in gioco è molto alta”.