A 39 anni luce dalla Terra potrebbero esserci pianeti abitabili. Questa la scoperta comunicata ieri sera in conferenza stampa dalla NASA, grazie ai rilevamenti del team di astronomi guidato da Michaell Gillon dell’Institut d’Astrophysique et Géophysique di Liegi, in Belgio. I sette pianeti si trovano nell’orbita della stella Trappist-1, una nana rossa di cui si era scoperta l’esistenza nel 2016. Molto piccola e fredda, con una temperatura di meno della metà del nostro Sole, Trappist-1 è una stella “giovane”, di 500 milioni di anni. I sette pianeti (per ora rinominati come Trappist-1B, 1C e via di seguito) le ruotano intorno molto vicini. Questo innesca tempi di rivoluzione molto brevi, che fanno sì che essi mostrino sempre lo stesso versante alla luce della stella. Secondo i dati raccolti dall’osservatorio ESO, in Cile, tre di essi (E, F e G) avrebbero caratteristiche compatibili con la vita. In primis, la presenza di acqua allo stato liquido e carbonio. Tuttavia, a creare la coincidenza vitale sarebbe principalmente l’atmosfera, sulla quale non si possiedono ancora dati certi. Se fosse troppo debole potrebbe esporre i pianeti a radiazioni, in caso di eccessiva forza invece, riprodurre le condizioni inospitali di Venere. La ricerca non si fermerà dunque, proseguendo nello studio delle caratteristiche fisiche dei sette corpi celesti, nella speranza di rilevare segni di vita.
La scoperta della Nasa
sette nuovi pianeti
in una fascia abitabile
Trovati a 39 anni luce dalla Terra
orbitano intorno alla stella Trappist-1
23 Febbraio 201756