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HomeEsteri La mobilitazione agita Mosca. Cremlino: “Commessi errori”

La mobilitazione agita Mosca
Cremlino: "Commessi errori"
Ancora disordini nel Paese

Arrestate altre 799 persone

Scontri in Daghestan, spari in Siberia

di Andrea Noci26 Settembre 2022
26 Settembre 2022

In Russia continua il caos dopo la decisione di Vladimir Putin di avviare la mobilitazione militare parziale. Sono 799 i manifestanti attualmente detenuti dopo gli arresti fatti nel corso delle proteste, secondo i dati aggiornati dell’Ong sui diritti umani Ovd-Info. Dall’inizio delle proteste in totale sarebbero stati arrestati circa 2mila dimostranti, per la maggior parte rilasciati.

Intanto, anche se il Cremlino ammette “errori” negli sforzi di mobilitazione, la campagna di richiamo militare agita il governo. I due legislatori più anziani della Russia hanno espresso preoccupazione. Valentina Matviyenko, presidente del Senato russo, ha affermato di essere a conoscenza di segnalazioni di uomini che dovrebbero essere non richiamabili per la leva. Mentre Vyacheslav Volodin, un altro alleato di Putin e presidente della Duma, la camera bassa della Russia, ha affermato che “se viene commesso un errore, è necessario correggerlo. Le autorità di ogni livello dovrebbero comprendere le proprie responsabilità”.

Il sito indipendente Meduza, citando una fonte del Cremlino, riferisce che probabilmente dal 28 settembre agli uomini in età di mobilitazione nella Federazione Russa sarà vietato lasciare il Paese. Secondo la fonte, per attraversare il confine dovranno ottenere un permesso dal Commissariato militare, una sorta di “visto di uscita”. Ma il Cremlino non conferma. Anzi, secondo fonti ufficiali non è stata ancora “presa alcuna decisione” sulla chiusura dei confini.

Intanto continuano i disordini. In Daghestan tanti sono scesi in piazza, soprattutto nella capitale Makhachkala. Qua (e decine di video lo dimostrano), i manifestanti hanno affrontato la polizia e altri funzionari della sicurezza. Secondo Ovd-Info, la polizia ha usato pistole stordenti e manganelli, arrestando oltre 100 persone.

Nel centro di reclutamento siberiano di Ust-Ilimsk, un uomo russo ha sparato al comandante militare locale ferendolo gravemente dopo avergli detto che si sarebbe rifiutato di combattere nella guerra in Ucraina. “Il commissario militare Alexander Yeliseyev è in terapia intensiva, in condizioni molto gravi. L’uomo che ha sparato è stato arrestato. Sarà punito obbligatoriamente”, ha dichiarato il governatore della regione di Irkutsk, Igor Kobzev.

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