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La mappatura contro l’asbesto, lo Sportello amianto nazionale:”Copre un vuoto dello Stato”

di Vincenzo Cimmino25 Febbraio 2025
25 Febbraio 2025

Fabrizio Protti, presidente Sportello Nazionale Amianto

Fabrizio Protti, presidente dello Sportello Amianto Nazionale, per il suo impegno contro il materiale cancerogeno nel 2024 è stato nominato commendatore della Repubblica italiana per meriti eccezionali.

Qual è il rapporto delle grandi città come Roma con l’amianto?

“Tutte le città, piccole o grandi che siano, che hanno un’età di costruzione dal 1940 al 1994 hanno costruzioni che contengono o hanno contenuto amianto. Dico fino al 1994 perché la legge della messa al bando è la 257 del 92, quindi è entrata in vigore nel 1992, ma c’è stato un periodo di latenza dove di fatto sostanzialmente chi aveva in casa, magazzini edili o altre entità materiali contenenti amianto, potevano smaltirli, quindi potevano vendere e per cui diciamo che la fine della commercializzazione è più o meno databile nel 1994”.

A Roma si parla di circa 900 strutture che a Roma contengono la sostanza. È così?

“I dati possono essere coerenti, ma attenzione, non esiste in questo momento per la città di Roma né un censimento puntuale, né una mappatura puntuale. Qualsiasi cosa, qualsiasi numero si possa dire, ognuno di noi può avere ragione, ognuno di noi può avere torto. Questa è una colpa tra virgolette in parte della regione e in parte del comune perché la regione per come sancito dalle leggi nazionali è la responsabile della raccolta dei dati di mappatura”.

Cos’è questa mappatura?

“La mappatura è un censimento condotto dagli organi di Stato per caratterizzazione visiva, quindi prima veniva condotto addirittura manualmente, cioè c’erano le persone che andavano in giro e guardavano col naso per aria, poi piano piano sono entrate varie tecnologie dal volo ad alta quota, al satellite, via via i droni. Le regioni avrebbero dovuto, anzi devono completare le mappature territoriali. Anche questo, purtroppo, non solo regione la Lazio ma pochissime regioni italiane l’hanno capito, lo fanno”.

Secondo lei c’è abbastanza consapevolezza sull’amianto e sui rischi in Italia? 

“No, e glielo dico con certezza perché questo è quello per cui è nato lo Sportello Amianto Nazionale. Siamo nati proprio con l’idea di andare a coprire un buco che lo Stato ha lasciato per 35 anni. È un problema della burocrazia che ha gestito l’amianto negli ultimi 35 anni”.

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