“Tutti i ministri hanno il dovere di incontrare sempre le imprese. Come ha detto il presidente Boccia ora ci aspettiamo i fatti e i fatti si fanno al Mise, perché è il Mise che si occupa delle imprese”. Così il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se non si sentisse “scavalcato” dal ministro dell’interno Matteo Salvini, che ieri ha incontrato gli imprenditori.
Altro fronte delle frizioni tra i due alleati di governo sono le pensioni d’oro. “Vanno tagliate, su questo non si discute”, ha dichiarato questa mattina il leader 5 stelle a margine di un evento organizzato al Mise. Al centro del dibattito politico vi sono infatti le modifiche alla manovra 2019 che dopo la Camera questa settimana arriverà al Senato, l’obiettivo politico del Movimento è inserire tra le modifiche anche questo provvedimento. “Il M5S è per tagliare tutte le pensioni d’oro – ha spiegato il capo politico del Movimento – e ribadiremo la nostra posizione al presidente del Consiglio nelle riunioni di maggioranza”.
La proposta del taglio delle pensioni d’oro è da sempre un cavallo di battaglia dei pentastellati, tanto da essere stato inserito tra i punti del programma sia nel 2013 che alle elezioni dello scorso 4 marzo. Di tutt’altra opinione in materia rimane però la Lega. Sabato scorso dalla manifestazione di Piazza del Popolo il segretario della Lega Matteo Salvini ha frenato sul taglio secco delle pensioni voluto dai grillini: “Al massimo si può bloccare l’adeguamento delle pensioni extra-ricche”, ha dichiarato alla piazza. “Se uno prende 3mila euro di pensione non è straricco”, ha proseguito il leader del Carroccio.
Nonostante le dichiarazioni leghiste il capo politico del Movimento anche questa mattina ha ostentato ottimismo: “Sono sicuro che troveremo una soluzione – ha proseguito infatti Di Maio – perché nessuno è così suicida da voler bloccare il taglio in un momento in cui gli italiani sono arrabbiati”. Obiettivo del provvedimento secondo Di Maio è quello di tagliare “le pensioni che non meritano di essere così alte perché le persone non si sono versati i contributi. In Italia – ha concluso il vicepremier – i cittadini confidano in un governo che tagli tutti gli abusi, le ingiustizie e gli sprechi, in altri paesi scendono in piazza contro i governi”.