ROMA – La compattezza della maggioranza inizia a mostrare qualche crepa. Questa volta lo scontro è sul terzo mandato per i governatori. La commissione affari costituzionali del Senato ha affossato l’emendamento al decreto elettorale con cui la Lega di Matteo Salvini ha tentato di aprire la strada a una nuova candidatura di Luca Zaia in Veneto. Solo quattro i voti a favore, 16 i contrari. A fianco della Lega si schiera Italia Viva. Contro, invece, Forza Italia e Fratelli d’Italia ma anche Pd, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi Sinistra.
“Il terzo mandato non era inserito nel programma di governo”, ricorda la premier Giorgia Meloni nel programma di Bruno Vespa, e assicura “non è una materia che crea problemi alla maggioranza”.
Intanto il leader del Carroccio non molla e dalla Sardegna annuncia che “se ne parlerà nell’Aula del Parlamento che è sovrana”. Zaia invece è “consapevole che la strada è ancora molto lunga” per l’approvazione del terzo mandato.
La spaccatura del Pd sul terzo mandato
A spaccarsi sul tema è anche l’opposizione e in particolare il Pd. Con lo scontro tra la segretaria Elly Schlein e l’area Bonaccini. Energia popolare, la corrente dem fondata dal presidente dell’Emilia Romagna, attacca la segretaria esprimendo un “forte disappunto” in quanto “non è stato rispettato l’accordo preso in Direzione e non si è salvaguardata l’unità del partito”. “Ora – spiegano – andrà gestito anche il malcontento di sindaci e presidenti”, ma questo avverrà “dopo il voto in Sardegna”.
Lo stesso Bonaccini infatti puntava sull’approvazione del terzo mandato per fare il tris. La minoranza dem accusa la segretaria Schlein di “tradimento” del patto faticosamente raggiunto lunedì in Direzione nazionale.
“Io sarei stato favorevole al terzo mandato perché sul fronte delle procedure amministrative, della difficoltà a calarsi nelle situazioni, il fatto di una continuità per tre mandati può consentire all’amministratore, sia il sindaco che il presidente della Regione, di dare continuità e quindi di realizzare le opere”, ha dichiarato il presidente della Toscana, Eugenio Giani, a margine dell’inaugurazione di Tourisma, parlando del dibattito sul terzo mandato. “Quando ci sono dei limiti forzati – ha aggiunto Giani – si rischia che arrivi il nuovo amministratore che faccia tutto da capo e poi in realtà si lasciano le opere incompiute”.
Le regioni intanto chiedono al governo un “confronto costruttivo” con una lettera indirizzata al ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli da parte del presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga.