Sale la febbre da coronavirus. Si alza la tensione politica e saltano i nervi anche a chi governa il Paese, sia a livello nazionale che locale. Ma oggi tra esecutivo e le amministrazioni delle regioni coinvolte volano gli stracci. Tutto è iniziato ieri sera, con la dura critica del premier Giuseppe Conte alla gestione del primo ospedale (Codogno) che non avrebbe seguito il protocollo, e dall’annuncio che fa più discutere: “Siamo pronti a contrarre le prerogative dei governatori”. Un’idea che ha scatenato l’ira, in primis, del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che l’ha definita “irricevibile e offensiva”. Tanto che la Lega ha puntato il dito contro il presidente del Consiglio con le parole del capogruppo alla Camera Riccardo Molinari: “Troppo stress fa dire cose inconcepibili, quasi da fascista”.
La parziale smentita di Palazzo Chigi nella notte (“Il coordinamento tra i vari livelli istituzionali funziona molto bene”) non è servita a smorzare i toni. Questa mattina l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, ha attaccato direttamente Conte: “Una dichiarazione inaccettabile da una persona ignorante, perché ignora assolutamente quali erano e sono i protocolli definiti dall’Istituto Superiore di Sanità. Noi abbiamo seguito pedissequamente ciò che era stato determinato dall’ISS e le linee guida del Ministero”. Invece, secondo Gallera, Conte coprirebbe “le falle gigantesche della Protezione Civile”, mentre “sta emergendo la totale incapacità del governo di gestire qualcosa che dovevano prevedere”. Anche Fontana è tornato sull’argomento a Radio Anch’io, parlando di “governo fuori controllo” e di “dichiarazioni infondate e inaccettabili”.
Il presidente del Consiglio ha cercato di rimediare in mattinata: “Non è il momento delle polemiche, dobbiamo lavorare – ha detto il premier – L’obiettivo unico che è quello della salute dei cittadini, quindi nessuna drammatizzazione o allarmismo, dobbiamo agire per contenere il disagio”. Inoltre, ha continuato Conte, “questo è il momento di confrontarsi con tutti i governatori per concordare le prossime azioni. Noi proporremo un protocollo condiviso con tutti per evitare di andare in ordine sparso”. Il premier ha sottolineato che, da parte del governo, c’è “predisposizione alla collaborazione”, spiegando che “ce la faremo lavorando tutti insieme”.
Dalla maggioranza arrivano voci di supporto al premier che cercano di abbassare i toni. “Stop immediato a ogni polemica – ha twittato oggi il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini. “In queste ore non ci possono essere maggioranza e opposizione, destra e sinistra, regioni e governo. Dobbiamo lavorare tutti insieme per proteggere le persone e superare l’emergenza. Il resto dopo”. Gli ha fatto eco il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che ha anche invitato a “prendere come esempio la grande dignità dei cittadini che vivono nelle zone rosse”. Mentre i presidenti di Veneto e Friuli, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, hanno spiegato che, secondo loro, le parole del premier sono state male interpretate.