Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, e Giovanni Belardelli, professore ordinario di Storia delle dottrine politiche, a pochi giorni di distanza, sul Corriere della Sera, sollevano la stessa questione: nella scuola primaria la lingua italiana viene insegnata in maniera sempre più approssimativa.
Belardelli nel suo articolo si scaglia duramente contro l’uso degli smartphone in classe. “Si è completamente smarrita l’idea di quali dovrebbero essere i compiti e le funzioni della scuola”, scrive. A mancare è soprattutto un’adeguata programmazione, soprattutto nell’insegnamento della scrittura nella scuola primaria.
Nella maggioranza delle situazioni, si insegnano contemporaneamente, a inizio del percorso scolastico primario, i caratteri stampato, maiuscolo, minuscolo, corsivo e talvolta si introduce anche il corsivo maiuscolo, salvo poi lasciare libero il bambino di usare quello che vuole. “È evidente a tutti la confusione in cui può trovarsi il bambino”, scrive ancora Belardelli.
La politica, poi, non ha certo aiutato l’istruzione, sia con l’introduzione di una commissione da parte del ministro Valeria Fedeli sull’uso degli smartphone, sia sentendo parlare i candidati premier per le prossime elezioni politiche. È di pochi giorni fa la gaffe di Luigi di Maio che, ospite della tv ligure Primo Canale, ha sbagliato clamorosamente un congiuntivo. “Il Movimento cinque stelle ha sempre detto che noi volessimo fare un referendum sull’euro”, dice il candidato premier ai microfoni del giornalista Andrea Scuderi.
Francesco Sabatini nel suo articolo “La scuola maltratta l’italiano” denuncia come nella scuola primaria modernizzata, l’italiano venga insegnato in maniera sempre più approssimativa. Ben vengano le iniziative mediatiche, ha ricordato a Lumsanews il presidente onorario dell’Accademia della Crusca, ma bisogna andare a sanare le lacune degli studenti che, “nelle fasi più avanzate del loro percorso formativo, evidenziano una difficoltà a comprendere con buona capacità il linguaggio complesso della lingua italiana nella sua forma più strutturata”.
Lorenzo Baglioni, giovane cantante italiano, selezionato per il Festal di Sanremo 2018, porterà sul palco dell’Ariston, col beneplacito dell’Accademia della Crusca, la sua battaglia a favore della grammatica italiana. Il suo brano, “Il Congiuntivo”, è diventato nelle ultime ore un fenomeno virale sul web, con oltre 900 mila visualizzazioni. È proprio la Crusca che, con un post su Facebook, ricorda a tutti il corretto uso del tempo verbale tanto bistrattato, con gli hashtag #LaCruscarisponde #repetitaiuvant, dopo aver incontrato a Firenze il cantante toscano.
Non mancano però, nel vasto mondo della scuola italiana, i giovani allievi che spiccano per eccellenza o si ritengono tali. Mamma e papà di Canicattì, in provincia di Agrigento, hanno presentato ricorso al Tar di Palermo perché all’esame di terza media il figlio ha ottenuto la licenza con la votazione di “ottimo”, pari a 9. I genitori, invece, sostenevano che il ragazzino dovesse essere promosso con “eccellente”, cioè 10.
Tutto è accaduto nel 2014 e il 24 agosto dello stesso anno i genitori del ragazzino presentano ricorso e contestano alla commissione di esami “eccesso di potere sotto i profili della disparità di trattamento, del difetto d’istruttoria e del difetto di motivazione”. Adesso il ricorso è stato respinto dal tribunale amministrativo regionale. I genitori sono stati condannati a pagare le spese legali quantificate in 1000 euro.