Il sesto scudetto di fila «sarebbe leggendario, unico, una pagina incancellabile nella storia del calcio italiano. Ci sono tutti i presupposti». Parola di Beppe Marotta, amministratore delegato della Juventus, intervenuto questa mattina a Radio anch’io Sport. Confermati l’obiettivo Champions e l’interesse ad arricchire la rosa a gennaio.
IL SESTO SCUDETTO. Dopo lo scontro di vertice e la vittoria sulla Roma di sabato scorso, i bianconeri hanno portato a 7 i punti di vantaggio sulla seconda. Il club torinese si proietta così verso il sesto scudetto consecutivo. Marotta confida il segreto del successo: «Quando si arriva alla Juventus si capisce subito qual è la sua forza. Qui respiri un’aria di grandi ambizioni e voglia di vincere. Che facilita nel raggiungimento degli obiettivi», grazie a un «modello societario composto da ottime competenze».
OBIETTIVO CHAMPIONS. Sale al primo posto fra gli obiettivi stagionali della Juventus. «Fatta qualche eccezione», le squadre più forti sono quelle «che hanno ranking o fatturato migliori», garantisce l’ad torinese. Nessun pressing sulla squadra però. Mancare la finale «non dovrebbe essere sentita come una delusione», assicura il dirigente juventino. «Siamo sempre stati competitivi. E’ un traguardo stimolante che società e tifosi desiderano raggiungere, ma mentre in campionato i valori assoluti emergono e vince la squadra più forte, nella Champions ci sono delle componenti di imprevedibilità», come gli avversari, il sorteggio o gli infortuni.
PROSSIMI ACQUISTI. I gioielli 22enni dell’Atalanta Mattia Caldara e Roberto Gagliardini «sono giovani molto interessanti, seguiti da diversi club importanti, anche stranieri» e la Juve punta sempre a «reclutare i migliori talenti italiani», dice Marotta. Per il calciomercato di gennaio il club punta due obiettivi importanti: Alex Witsel, in scadenza dallo Zenit nel 2017, e Rodrigo Betancur, classe 1997, talento uruguaiano del Boca Juniors, sul quale il club ha diritto di prelazione.
MONDIALE A 48 SQUADRE. Di fronte alla proposta della Fifa, Marotta sottolinea la necessità di «salvaguardare l’integrità dei calciatori: bisogna ridurre il numero delle partite, aumentando la qualità del gioco». Insomma, bene il business, ma bisogna limitare gli infortuni. Contro l’idea della Fifa si è schierata l’European club association (Eca).