WASHINGTON – La guerra dei dazi potrebbe portare “qualche scompiglio”. Ad ammetterlo è lo stesso presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Nel suo discorso al Congresso sullo stato dell’Unione, Trump ha però ribadito le proprie idee difendendo i dazi che “non servono solo a proteggere i posti di lavoro americani. Servono a proteggere l’anima del Paese”.
Le reazioni di Canada e Cina
Durissima è stata la reazione di Canada e Cina. La risposta dei due Paesi lascia prevedere uno scontro senza esclusione di colpi che mette a repentaglio l’economia mondiale. Con l’inizio della guerra dei dazi tutte le piazze finanziarie europee hanno chiuso in rosso e bruciato 367 miliardi di capitalizzazione. Canada e Cina hanno annunciato rialzi tra il 10 e il 15 per cento dei dazi sull’import di una gamma di prodotti agroalimentari statunitensi. Il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian e il premier canadese Justin Trudeau assicurano che, in questa “guerra commerciale” iniziata dagli Usa, Pechino e Ottawa combatteranno fino alla fine.
Rischi per l’economia mondiale
Lo spettro di una guerra commerciale è ormai realtà. I dazi di Donald Trump hanno già avuto ripercussioni sui mercati. Milano che ha archiviato la seduta in calo del 3,41%. A Wall Street lo S&P 500 ha visto andare in fumo i guadagni realizzati dall’elezione di Donald Trump, per un totale di 3.400 miliardi di dollari.
La “guerra” per il Canale di Panama
Al Congresso, Trump ha ribadito l’impegno statunitense ad acquisire il Canale di Panama. “Lo abbiamo dato alla Cina e ce lo riprenderemo”, ha detto il presidente citando l’accordo raggiunto il 4 marzo dalla società di investimento BlackRock per acquistare due dei maggiori porti del Canale dalla società CK Hutchinson che ha base a Hong Kong.
Possibili scenari futuri
La guerra commerciale aumenta le preoccupazioni sulle prospettive dell’economia statunitense, che potrebbe rallentare e trovarsi a far fronte a un’inflazione elevata. Il quadro preoccupante che si è venuto a delineare richiederebbe un intervento della Federal Reserve System (Fed), la banca centrale degli Stati Uniti d’America. E mentre la crescita dell’Europa procede a rilento, sull’economia cinese incombe un futuro difficile.