Si gioca a colpi di gaffe la corsa per la presidenza degli Stati Uniti, con Biden e Trump pronti a rilanciare con frasi e azioni ogni volta più spiazzanti. Il primo ha chiesto a un senatore paraplegico di alzarsi in piedi, ha dimenticato di essere stato vicepresidente, ha confuso i nomi di numerosi capi di Stato. Il secondo è accusato di interferenza nelle elezioni, assalto al Campidoglio, molestie sessuali, corruzione. Due candidati impresentabili che, invece, si contendono (e per la seconda volta) la Casa Bianca. Ma i paradossi non sono finiti, perché gli americani preferirebbero non dover scegliere nessuno dei due. Non solo: la maggior parte di loro ritiene che il Paese stia andando nella direzione sbagliata. Un dato che segnala una consapevolezza diffusa del momento di crisi che l’America sta affrontando, e di cui i due aspiranti presidenti sarebbero l’espressione. Chiamati a rispondere alle questioni interne – dai problemi economici alla crisi migratoria, passando per le tematiche sociali – e internazionali, in un contesto che richiede un’attenzione speciale da parte di Washington, i due dovranno definire il ruolo degli Stati Uniti nel mondo. Questa la sfida della futura amministrazione americana: riuscire a conciliare gli obiettivi esteri e interni del Paese. Destinare risorse alle questioni domestiche, senza abbandonare l’“Impero”, come vorrebbe quella parte di popolazione ormai insofferente al dispendio di energie e denaro spesi oltre i confini, in teatri percepiti lontani e che evocano il trauma di Afghanistan e Iraq. Un imperativo che vincolerebbe entrambi i candidati, che pure si presentano come antitetici. A partire dal piano della narrazione, quello su cui davvero sembra giocarsi il confronto: il nazionalismo dell’America First di Trump contro la crociata a favore della democrazia di Biden.
Scontro fra titani: la sfida della Cina all’egemonia americana
“La leadership americana è ciò che tiene insieme il mondo”, ha dichiarato Biden lo scorso ottobre. Segnalando la volontà di giocarsi la corsa alla Casa Bianca sulle questioni estere, che hanno costretto l’America a rivolgere l’attenzione verso questi teatri: secondo un sondaggio di Associated Press e Norc Center circa 4 statunitensi su 10 ritengono che nel 2024 Washington dovrebbe avere come priorità gli affari esteri. Ma al di là della percezione degli americani, l’unica competizione vitale per gli Stati Uniti rimane quella con la Cina, che punta a scalzare gli Usa dal podio di prima potenza globale. Così, indipendentemente dalle dichiarazioni di facciata, Biden e Trump hanno lo stesso obiettivo: evitare che Pechino riesca nel suo intento. In merito ai singoli teatri, i due hanno visioni diverse: sull’Ucraina Biden spinge per continuare a sostenere Kiev, mentre Trump riconosce lo stallo e invoca un compromesso con Putin. Sul Medio Oriente il primo definisce “esagerata” la reazione israeliana agli attacchi del 7 ottobre, il secondo si è sempre mostrato incondizionatamente dalla parte di Israele. Trump, poi, cavalca il sentimento americano di stanchezza per la presenza e le responsabilità di Washington nel mondo, condensato nello slogan “America First”. Ma la promessa di distogliere lo sguardo dall’estero per rivolgerlo verso l’interno non è realizzabile, perché significherebbe aprire ampi spazi che verrebbero riempiti da altre potenze. Cina e Russia in primis, che già stanno attirando nella loro sfera di influenza i partner tradizionali di Washington, come dimostra ad esempio l’allargamento del gruppo dei Brics. Uno scenario che per gli Stati Uniti, chiunque sarà il presidente alla loro guida, non è un’opzione.
La verità vi prego sull’economia: il paradosso della percezione dell’elettorato
It’s the economy, stupid è stato il leitmotiv della vittoriosa campagna elettorale di Bill Clinton nel 1992, e da allora è diventato un dogma politico. Gli americani tendono a votare in base alla loro situazione economica, scegliendo il partito al potere nei periodi di prosperità e l’opposizione in quelli di crisi. Nell’anno delle presidenziali, ci si chiede quale impatto avrà l’economia sul voto. Sulla previsione per il 2024 incide il fatto che gli indicatori sono positivi. Finita l’era Trump, che ha visto la crescita del deficit di bilancio, di quello commerciale e del debito pubblico, il Pil è passato da 19 mila miliardi a quasi 23 mila. Nonostante il tasso di disoccupazione sia sotto il 4%, i salari siano aumentati, il Pil cresciuto, l’inflazione più bassa della media globale (3%), solo il 36% degli americani approva la gestione Biden. Non bisogna dimenticare che, durante la sua amministrazione, il debito pubblico ha raggiunto vette elevate (6,2% del Pil nel 2023): tra i Paesi del G7, quello degli Stati Uniti è inferiore solo a quello di Giappone e Italia. Questi indicatori sono visti da molti come una prova di cattiva gestione pubblica. Anche se i dati per l’intero anno sembrano positivi, c’è la possibilità, dovuta alle condizioni monetarie restrittive, di un rallentamento temporaneo dell’attività economica nel secondo e terzo trimestre del 2024, con un tasso di crescita annualizzato che potrebbe scendere al di sotto dell’1%. Inoltre, il sostegno dem della classe medio-bassa e delle minoranze si è indebolito dopo che Biden non è riuscito a far approvare al Congresso il rafforzamento del welfare, che avrebbe dovuto favorire i ceti più deboli. Dati che sembrano giocare a favore di un cambio alla scrivania della Casa Bianca. Secondo un sondaggio di Nbc News, solo il 24% degli elettori crede in un miglioramento nel 2025. Per il secondo mandato, Trump ipotizza un incremento del 60% dei dazi sui prodotti cinesi e almeno del 10% su tutte le importazioni dal resto del mondo. Il tycoon potrebbe aumentare il controllo sulla Fed per finanziare il maxi deficit federale, che per la prima volta nella storia ha superato i 34 trilioni di dollari, creando moneta per comprare titoli americani. Questo porterebbe a un indebolimento del dollaro con un possibile aumento dei tassi d’interesse a lungo termine nel mondo.
Niente di nuovo sul fronte americano: la competizione per il cambiamento
Dall’immigrazione al controllo delle armi, dalla sorveglianza antiterrorismo alla sicurezza sociale, dal welfare all’assistenza sanitaria: chi sarà eletto presidente dovrà affrontare numerose questioni di politica interna. Per quanto riguarda le armi, Trump ha promesso di ridurre tutte le restrizioni imposte da Biden. Questa posizione è rimasta salda anche di fronte alle ripetute sparatorie di massa e alla registrazione del più alto tasso di morti per armi da fuoco tra i Paesi ricchi (39 mila ogni anno). Le misure di Biden si sono rivelate inefficaci perché il presidente non può andare contro la decisione “Heller” della Corte Suprema del 2008, che definisce il possesso di armi un diritto individuale. Senza dimenticare che la maggioranza dei giudici della Corte è repubblicana. Sull’assistenza sanitaria, Trump ha minacciato di nuovo di volersi sbarazzare dell’Affordable Care Act, conosciuto anche come Obamacare. Le preoccupazioni sui costi del settore, invece, sono una delle principali cause del sentimento negativo sull’economia americana. Quasi tre quarti degli adulti temono di non riuscire a pagare le spese mediche.
Le iniziative di Biden per l’immigrazione sono state ostacolate dal numero record di migranti provenienti dal Messico (oltre 2,4 milioni dal 2021). La sua amministrazione ha avviato una nuova procedura per scoraggiare alle frontiere gli arrivi irregolari ed esteso le protezioni umanitarie temporanee a centinaia di migliaia di migranti.
Trump dà voce al malessere socio-economico e culturale che sta attraversando la borghesia in modo semplice e diretto. Biden, invece, mantiene una posizione distaccata, senza un totale appoggio dell’elettorato. Soprattutto, manca del sostegno dei giovani che tradizionalmente sostengono i democratici. Un sondaggio di dicembre 2023 ha mostrato che solo il 43% dei giovani tra i 18 e i 29 anni appoggia Biden contro il 49% che favorisce Trump. L‘indice di gradimento dell’attuale presidente è sotto il 40%. Le premesse per una sua possibile vittoria non sono incoraggianti.
Il mondo nuovo: un futuro senza sorprese o un altro Occidente?
Nel proporsi come prossimi leader degli Stati Uniti, i due candidati propongono visioni opposte del ruolo di Washington nel mondo. “Il nostro Paese sta morendo”, ha dichiarato Trump durante i festeggiamenti per i risultati del Super Tuesday. Due giorni dopo Biden ha definito l’America “l’invidia del mondo”. Presentando stili di leadership e di comunicazione divergenti – Biden più istituzionale, Trump erratico –, i candidati sono chiamati a risolvere gli stessi problemi. Sul piano interno, incide sulla competizione il ruolo della middle-class, che ha visto un peggioramento del proprio tenore di vita e che ha sviluppato un risentimento nei confronti della politica, ritenuta responsabile dei problemi socio-economici. Nonostante le decisioni prese da Biden durante il suo mandato possano essere considerate corrette e in alcuni casi migliori della presidenza precedente, esiste una componente “irrazionale” che porta l’elettorato, in particolare quello repubblicano, a pensare che Trump abbia fatto meglio e continuerà a farlo.
Nei teatri internazionali le differenze tra i due implicherebbero stravolgimenti importanti. Della presidenza di Trump si ricordano le scelte di rottura, come il ritiro dagli accordi di Parigi sul clima e da quello sul nucleare con l’Iran, o la decisione di spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme. Se eletto, potrebbe decidere di interrompere il sostegno a Kiev, o spingere per un ulteriore disimpegno americano dall’Europa. Al contrario, Biden, proseguirebbe la linea scelta finora. Tuttavia, anche se la narrazione e le singole politiche dei candidati sono antitetiche, entrambi sono sottoposti ai medesimi vincoli interni ed esteri. Dovrebbero cioè tutelare gli stessi interessi nazionali: mantenere il primato di Washington nel mondo, contenere l’ascesa della Cina, disimpegnarsi da teatri che sottraggono energie (come il Medio Oriente e l’Europa) senza abbandonarli, per evitare di cederli ad altre potenze. Le loro politiche, dunque, sarebbero radicalmente diverse tanto sul piano interno quanto su quello internazionale, con la possibilità di incidere sui singoli scenari. D’altra parte, le loro scelte non determinerebbero la configurazione di nuovi equilibri globali, che già mostrano segnali di cambiamento. L’emergere di competitors come Cina e Russia ma anche di altri Paesi che sfidano l’egemonia americana proponendo un sistema multipolare – come India, Brasile, Arabia Saudita, tra gli altri – è indice della sostanziale trasformazione della gerarchia tra gli Stati. Un mutamento già in atto che non dipende da chi verrà eletto alla guida degli Stati Uniti. Biden e Trump porterebbero avanti presidenze molto diverse, ma non determinanti per il destino dell’Occidente.
Ai seguenti link le interviste a Federico Petroni e Fabrizio Maronta, autori e analisti per la rivista di geopolitica Limes. Di seguito le fonti utilizzate.
Europe must ask: what if Biden wins in November?
https://www.ft.com/content/5b2a82e0-fb81-4a41-b3e5-5cb0ab899b4d
What is the 2024 election all about, anyway?
https://www.npr.org/2024/01/13/1224412456/2024-election-american-values
Gli americani sono davvero impegnati a favore della democrazia nelle elezioni del 2024? https://oregoncapitalchronicle.com/2024/02/21/are-americans-really-committed-to-democracy-in-the-2024-election/
Longform Ny Times sugli americani che non vanno a votare https://www.nytimes.com/2024/02/25/magazine/2024-election-nonvoters.html
Donald Trump ha bisogno di soldi https://www.internazionale.it/notizie/alessio-marchionna/2024/02/26/donald-trump-bisogno-soldi
Confronto sulla politica estera tra Biden e Trump https://foreignpolicy.com/2024/01/22/another-trump-presidency-wont-much-change-u-s-foreign-policy/
Come è cambiata l’America con la presidenza di Trump https://www.pewresearch.org/2021/01/29/how-america-changed-during-donald-trumps-presidency/
Confronto Biden Trump su economia https://www.washingtonpost.com/business/2023/12/23/trump-biden-us-economy-compared/
Americans not only divided, but baffled by what motivates their opponentshttps://democracy.psu.edu/poll-report-archive/americans-not-only-divided-but-baffled-by-what-motivates-their-opponents/
3 incognite sulle elezioni presidenziali 2024 https://www.internazionale.it/notizie/alessio-marchionna/2024/01/15/iowa-elezioni-stati-uniti
Sondaggi e fattori chiave https://www.fanpage.it/esteri/perche-trump-contro-biden-decidera-il-destino-del-mondo-ed-e-ancora-tutto-aperto/
Usa a un anno dal voto
https://www.ilgiornale.it/news/politica-estera/anno-dalle-elezioni-usa-guida-seguire-presidenziali-2024-2235830.html
Previsione elezioni
https://www.linkiesta.it/2024/02/trump-biden-elezioni-talebani-america/
Guerra e elezioni, uno scenario già visto
https://ilmanifesto.it/joe-biden-la-guerra-e-le-elezioni-presideniali-del-2024
L’incognita dell’economia trumpiana
https://www.wired.it/article/trump-ritorno-presidente-stati-uniti-conseguenze/
Recessione attenuata in vista delle elezioni:https://www.nytimes.com/2024/02/02/us/politics/biden-economy.html
Bideconomics economia reale:https://time.com/6343967/bidenomics-is-real-economics/
L’economia di Biden va bene ma perché gli americano sono insoddisfatti?https://www.msnbc.com/11th-hour/11th-hour/are-americans-unhappy-strong-economy-rcna139546
L’economia forte di Biden, l’insoddisfazione degli americanihttps://apnews.com/article/biden-economy-jobs-inflation-sentiment-53db7f95d14db2557b00424254208272
Grafici che spiegano l’economia americana nel 2023https://www.whitehouse.gov/cea/written-materials/2023/12/19/ten-charts-that-explain-the-u-s-economy-in-2023/
Sguardo all’economia americanahttps://www.bea.gov/news/glancehttps://usafacts.org/data/topics/economy/economic-indicators/gdp/gross-domestic-product/ https://tradingeconomics.com/united-states/gdp-growth
Alle primarie dei Democratici in Michigan molti hanno votato scheda bianca https://www.ilpost.it/2024/02/28/michigan-primarie-democratici-repubblicani-vittoria-biden-trump-uncommitted/
Expect the expected from a second Biden or Trump term https://thehill.com/opinion/white-house/4420376-expect-the-expected-from-a-second-biden-or-trump-term/
Most US adults say country is heading in wrong direction: poll https://thehill.com/blogs/blog-briefing-room/4256371-most-us-adults-say-country-heading-wrong-direction/
Consequences of the US 2024 Elections for European Allies: Three Scenarios https://www.gmfus.org/news/consequences-us-2024-elections-european-allies-three-scenarios
US voters face a stark choice on foreign policy – and they might prefer Trump’s offer https://www.theguardian.com/commentisfree/2024/feb/28/us-voters-foreign-policy-trump
If Trump wins, will the U.S. become isolationist?https://www.nbcnews.com/politics/national-security/if-trump-wins-america-isolationist-1930s-rcna140357
If Trump wins, so will Chinahttps://www.project-syndicate.org/commentary/second-trump-term-would-cede-us-world-leadership-to-china-by-chris-patten-2024-02
Trump e la Nato. Gli Usa non vogliono più difendere l’Europa?
https://www.limesonline.com/video/trump-e-la-nato-15157221/
Joe Biden v Donald Trump – where contest will be won and lost
https://www.bbc.com/news/world-us-canada-68146241
The 2024 campaign in a day: Biden’s acuity vs. Trump’s alleged criminality
https://www.washingtonpost.com/politics/2024/02/09/2024-campaign-biden-versus-trump/