Il 10 febbraio è il giorno del ricordo di una pagina della storia contemporanea avvolta a lungo nel silenzio e nel buio, come le tante vittime, inghiottite nelle cavità carsiche, le cosiddette foibe. Gettate per volere del maresciallo Tito e dei suoi partigiani, in nome di una pulizia etnica che doveva annientare la presenza italiana in Istria e Dalmazia. Fra il 1943 e il 1947 oltre 10 mila persone furono gettate vive o morte in queste gole, un genocidio che non teneva conto di età, sesso e religione. Una tragedia riconosciuta ufficialmente nel 2004, con la legge numero 94 che istituì la «Giornata del Ricordo», in memoria dei martiri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. In quelle voragini a strapiombo il totale complessivo delle vittime “infoibate” è di 80.000, per lo più croati e sloveni, considerati nemici del progetto perseguito da Tito di una federazione comunista jugoslava sotto la leadership di gruppi dirigenti di origine serba. Il giorno del ricordo è sarà celebrato in tutta Italia. Oggi in un messaggio letto a Palazzo Montecitorio, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato: “L’Europa della pace, della democrazia, della libertà, del rispetto delle identità culturali, è stata la grande risposta agli orrori del Novecento, dei quali le foibe sono state una drammatica espressione”. Mentre la residente Laura Boldrini ricordando “gli italiani uccisi dalle autorità comuniste jugoslave e l’esodo dei connazionali strappati dalle loro case”, ha condannato il nazionalismo: “Non esistono guerre che non comportino massacro di civili”. La ricorrenza del 10 febbraio viene ricordata anche in Campidoglio, con la deposizione da parte del sindaco Virginia Raggi di una corona d’alloro al Milite Ignoto. I segretari della Lega Nord e di Fdi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, si sono recati invece al sacrario di Basovizza a Trieste.
Foibe, giornata del ricordo
Il dramma degli italiani
nelle voragini dell'Istria
Commemorazioni in tutta Italia
da Trieste a Palazzo Montecitorio
10 Febbraio 201750