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HomeEsteri La genesi del conflitto che sta scuotendo la Libia e il Mediterraneo

La genesi della guerra
civile che sta scuotendo
la Libia e il Mediterraneo

Dalla caduta di Gheddafi all'offensiva

di Haftar per la conquista di Tripoli

di Marco Valentini03 Febbraio 2020
03 Febbraio 2020

epa02868274 A picture made available the 16 of August 2011 shows a man belonging to the rebel fighters, preparing an anti-aircraft machine gun, at a rebel military base in Benghazi, Libya, 13 August 2011. According to media report, At least 26 Libyan opposition fighters were killed in clashes with government troops in the eastern city of Brega on 16 August. The Benghazi-based Quryna daily also reported that most of the rebels were shot by snipers. Over 40 were injured in the clashes, rebels have been trying to take control of key cities in their push towards the capital Tripoli, to isolate leader Muammar Gaddafi. EPA/STR

La Libia, dalla caduta di Muʿammar Gheddafi, ucciso nell’ottobre del 2011 al culmine dell’insurrezione popolare, sfociata poi in guerra civile che vide la Nato fiancheggiare i ribelli, è tornata ad essere un coacervo di diverse tribù e vere e proprie città-Stato in perenne lotta per il controllo del territorio e dei proventi petroliferi. L’anarchia generata dalla caduta del regime fondato sulla Giamahiria (repubblica delle masse), ha regnato fino alla creazione di due governi, quello di Tripoli e quello di Tobruk, che rappresentavano le istanze e le sensibilità rispettivamente della Tripolitania e della Cirenaica. Uno Stato con due amministrazioni partiva già depotenziato alla base, non essendo in grado di stabilire linee guida unitarie, e la situazione di instabilità precipitò nel 2014, quando ricomparve sullo scenario libico un vecchio generale dell’esercito di Gheddafi: Khalifa Haftar. Nel maggio dello stesso anno le milizie di quello che oggi viene definito l’uomo forte della Cirenaica occuparono il palazzo del Parlamento di Tripoli, dando vita a un golpe che rovesciò nuovamente l’ordine precario vigente in Libia. Della situazione di caos si avvantaggiarono i tagliagole dell’Isis, prendendo il controllo di molte città strategiche e di una rilevante porzione di territorio. Poi, grazie anche all’intervento di una coalizione di Paesi spaventati dall’idea di una Libia trasformata in “campo di addestramento per terroristi”, L’Isis iniziò a perdere roccaforti su roccaforti, fino alla definitiva resa. Era dunque tempo per l’insediamento di un nuovo ordine e, su pressione delle Nazioni unite, si arrivò faticosamente al superamento delle divisioni regionali e alla formazione del Governo di Accordo Nazionale, presieduto dal dicembre del 2015 da Fayez Al-Sarraj. Un equilibrio precario quello raggiunto, con una situazione di fatto ancora frammentata e le divisioni, sepolte sotto la cenere, pronte a riesplodere da un momento all’altro.

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