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HomeCronaca La denuncia di Libera: “28 miliardi per il Covid e solo la metà utilizzati”

La denuncia di Libera
28 miliardi per il Covid
e solo la metà utilizzati

L'Associazione: "Mafia sfrutta pandemia

Da politica vogliamo risposte nette"

di Andrea Persili28 Febbraio 2022
28 Febbraio 2022

Il corteo organizzato a Padova da "Libera" e da "Avviso Pubblico" contro la mafia, Padova, 21 marzo 2019. ANSA/ ALESSANDRO MACCIO'

Quasi ventotto miliardi vanno all’asta per l’emergenza sanitaria e solo la metà è stata effettivamente aggiudicata. Dei restanti 15 miliardi e mezzo non si ha piena informazione. L’allarme proviene dal dossier di Libera “”La tempesta perfetta 2022. La variante Criminalità”. Per l’Associazione presieduta da Don Luigi Ciotti “la mutazione criminale non scomparirà con la pandemia, anzi: potrebbe diventare il nuovo modello delle mafie in affari, sempre più inserito nell’economia ferita dal virus”.

Un’analisi – quella di Libera – che si fonda sulla dura realtà dei numeri: 27,7 sono i miliardi messi come base d’asta dall’inizio della pandemia al 6 dicembre 2021. Di queste risorse 11,4 miliardi sono le somme che si sanno effettivamente assegnate e complete di tutti i dati del caso; 15,5 invece i lotti con esito scaduto, sconosciuto o con informazioni incomplete.

Risultato? Del 58% delle risorse stanziate non sia ha piena informazione. La maglia nera va per la Liguria: dei 401 milioni di euro si conosce solo il 9% della spesa. Non va sicuramente meglio per l’Abruzzo; solo il 15% dei 244 milioni è trasparente. Nel Piemonte, solo il 16% del miliardo e mezzo stanziato ha informazioni complete. Anche l’Umbria non brilla per trasparenza: si conosce la destinazione solo del 16% dei 190 milioni messi in campo.

Duro l’attacco dell’associazione di don Luigi Ciotti: “Bisogna proteggere dalle mafie il più oneroso intervento pubblico in Europa dai tempi del Piano Marshall. Le mafie da sempre approfittano dei momenti di crisi e lo hanno fatto anche nella fase più acuta della pandemia. È più che mai necessario, dunque, unire forze e competenze per proteggere i fondi europei dalle mire delle cosche, parassiti sociali favoriti da quelle forme virali che da troppo tempo infettano la democrazia: complicità, disuguaglianze, divisioni”.

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